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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

DIARIO TECNICO E POLITICO DEL GIRO D’ITALIA 2022

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https://www.sport-e-cultura.com/2022/05/30/diario-tecnico-e-politico-del-giro-ditalia-2022/?fbclid=IwAR1DgupctyauYptoaS93G5J730__JRN1B3Vhr4p1vn9CQZMy8Dedczv5Eoo di SIMONE BASSO Sport e cultura - lunedì 30 maggio 2022 6 maggio, Budapest In Ungheria con due anni di ritardo, per contratto. I dindi fanno girare la baracca, qualsiasi baracca. Tricolori girati al contrario, nell’avamposto europeo più putinizzato di tutti, il pubblico delle grandi occasioni di fronte a uno spettacolo – per loro (...) – esotico, inconsueto. Il Giro è anch’esso un brand, molto più vendibile di altri (sportivi) gonfiati a elio e prossimi a scoppiare, ed è giusto offrirlo al miglior cliente. Incomprensibile invece il pacchetto tecnico della partenza. Tre giorni magiari, decorativi, d’incasso, e il ritorno in Italia dalla Sicilia: una fatica logistica snervante. Il percorso del Giro 2022 è disseminato di salitone, salitacce, salitelle, ben 48 di ogni categoria: troppe. Almeno una tappa di montagna, dovevano rispa

Hindley in rosa: Aussie è se vi pare

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Matteo Sobrero contro il tempo, Jay Hindley nella Storia.  Sono i verdetti del Giro 105, il quinto con arrivo finale a Verona.  Il 26enne di Perth è il primo australiano nell’albo d’oro. Il cuneese di Alba, 25 anni compiuti il 14 maggio, vola a 46,5 km/h di media e chiude i 17,4 km in 22’24”54. Quinto successo italiano, dopo Dainese in volata Reggio Emilia, e le fughe di Oldani a Genova, Ciccone a Cogne e Covi sulla Marmolada. Con Sobrero l’unico sotto il muro dei 23’ è la rivelazione Thymen Arensman, staccato di 23”, terzo – addirittura a 40” – un altro olandese, nientemeno che Mathieu van der Poel, capace fino di dare spettacolo anche all'Arena impennando con la bici da crono. L'ultimo atto ha solo rifinito le gerarchie scolpite il giorno prima sul Passo Fedaia: Hindley in rosa con 1’18” sull’ecuadoriano Carapaz, per lui 29-esimo cumple poquito feliz nella Verona dove vinse il Giro 2019, e 3’24” su Landa. Ha vinto il più forte, primo sul Blockhaus e sempre davanti coi miglio

Covi sul Fedaia fa l'Impresa, Hindley la Storia

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Il volto sbarazzino di Alessandro Covi, alla prima impresa della carriera. Quello stravolto di Jai Hindley, a 17,4 km dalla Storia: primo australiano a vincere il Giro d’Italia. Sono le facce affilate e radiose uscite dalla tappa-regina, cento km di salita sui 168 da Belluno alla Marmolada con San Pellegrino, Pordoi - "Cima Coppi" - e il durissimo Passo Fedaia. Secondo sullo sterrato a Montalcino e terzo sullo Zoncolan un anno fa, Covi sulle prime rampe del Pordoi se ne va da solo e da solo, dopo 52 km, arriva. Terzo successo da pro', e proprio dove nel 2019 aveva perso il podio nell'ultima tappa del Giro U23. Bravo anche il suo ds Fabio Baldato a scandirgli – per gestire le forze – i tempi della rimonta di Ciccone (poi terzo a 37") e soprattutto Domen Novak, lo sloveno sganciato dalla Bahrain-Victorious per puntare alla tappa, visto che Landa le gambe per attaccare non le aveva. Le ha avute invece Hindley, che s’è tolto di ruota e Carapaz, ora staccato di 1’25&q

True Colors a Castelmonte: giallo-thrilling per Bouwman 2, fumettone rosa per tre

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Tappone con finale-thrilling in cui ne son successe di tutti i colori. GIALLO come la maglia Jumbo-Visma e quella BLU di miglior scalatore Koen Bouwman, già primo a Potenza alla settima e primo anche nella 19esima, 178 km da Marano-Lagunare all'inedito Santuario di Castelmonte. Solo che stavolta, anziché il suo capitano Dumoulin – già a casa –, deve ringraziare - forse - anche la Provvidenza. E i giudici di gara, benevoli, dopo lunga rivisitazione. Nella curva a 90 gradi prima del rettilineo conclusivo, il suo scarto fa frenare Mauro Schmid, e a cascata Alessandro Tonelli e l'ungherese Attila Valter, rivelazione rosa un anno fa. Andrea Vendrame invece va addirittura dritto. E la sua delusione per una tappa segnata col circoletto ROSSO a momenti lascia spazio alle lacrime. Là dietro, a 3'56" i big si son marcati a uomo, fra il ROSA-Ineos di Carapaz, il VERDE-Bora di Hindley che nella generale lo segue a tre secondi, e il ROSSO-Bahrain di Landa, che è terzo a 1'05&q

Strage di Uvalde, Kerr: "Quand'è che faremo qualcosa?"

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"When are we going to do something? I'm tired. I'm so tired of getting up here and offering condolences to the devastated families that are out there. I'm so tired. Excuse me. I'm sorry. I'm tired of the moments of silence. Enough." "Quand'è che faremo qualcosa? Sono stufo. Sono così stufo di ritrovarmi qui a porgere le mie condoglianze a famiglie devastate. Sono così stufo... Vi chiedo scusa. Mi dispiace. Ma sono stufo dei minuti di silenzio". Le labbra tremolanti, gli occhi lucidi, la mano sbattuta sul tavolo. Ne ssuno come Steve Kerr, nello sport e non solo, sa quanto straziante sia quel dolore. Il dolore della perdita per arma da fuoco. La strage nella scuola elementare Robb di Uvalde - 19 alunni e due insegnanti uccisi dal diciottenne Salvador Ramos, che aveva già ferito la nonna e poi è stato ucciso dagli agenti - è solo "un altro giorno di morte in America".  Questo il titolo dell'inchiesta condotta da Gary Younge per i

Buitrago studia da Bernal, fino a Verona sarà Fab Four

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Dalle lacrime di Cogne, secondo solo a un super Giulio Ciccone alla 15esima; all'urlo e al sorriso per il suo storico primo successo World Tour e al Giro, il 32esimo nella storia per un colombiano. Signore e signori, Santiago Buitrago Sánchez, a 22 anni piccolo grande progetto di campioncino. L'ennesimo diamante grezzo scovato e rifinito dalla premiata ditta Paolo Alberati-Maurizio Fondriest-Andrea Bianco lungo lo stesso percorso siciliano di un certo Egan Bernal. Anche Buitrago è scalatore puro. E da buon escarabajo cafetero , dopo l'atavica caduta in discesa, è in salita che va a prendersi la 17esima tappa, la Ponte di Legno-Lavarone di 168 km con Tonale, Vetriolo e il terribile, inedito Manador, 9,9 km al 7,9% medio che, alle spalle dei fuggitivi, il gruppo dei big con la maglia rosa Carapaz ha percorso a 18,5 km orari. Esauritosi il consueto show con crisi finale di Mathieu van der Poel, Buitrago ha prima ripreso e poi, ai -8, staccato l'olandese Gijs Leemreize e p

Hirt sull'Aprica, Hindley fa paura e João forse di più

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Ha aspettato 31 anni, ma ne valeva la pena. Primo successo nei grandi giri per il ceco Jan Hirt, e che successo: lo scalatore ceco se l'è regalato al via della terza e ultima settimana, vincendo in solitaria il tappone di 204 km da Salò all'Aprica, un ottovolante da 5250 metri di dislivello e dentro il Crocedomini, il Mortirolo dal versante di Monno, e il gran finale sul Santa Cristina, che mancava al Giro dal 1999 e "Montagna Pantani" di questa edizione. Quinto acuto in carriera per Hirt, che nel 2019 - sempre alla 16esima - era arrivato secondo a Pontedilegno nella tappa con il Mortirolo vinta da Ciccone, che stavolta ha pagato le fatiche di Cogne e s'è visto solo allo sprint per i punti della maglia azzurra. Proprio da Pontedilegno partirà invece la 17esima tappa, altro tappone con 3 GPM - Tonale, Vetriolo e il terribile Manador - per capire quanto salde saranno le gerarchie. I tre big più forti in salita - la maglia rosa Carapaz, Hindley e Landa - tutti insiem

CicCogne, finalmente: e bravo Giulio

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Quanto ci è mancato quel tuo lancio di occhiali. Quanto ci sei mancato tu, Giulio Ciccone. Tre vittorie al Giro, una ogni tre anni, una più bella dell'altra: Sestola 2016, Ponte di legno 2019 e ora, la più sofferta, la più bella. Una gioia - parole tue - superiore persino alla maglia gialla al Tour. Più una liberazione, forse: la consapevolezza di essere tornato - finalmente - il vero Ciccone. Uscito di classifica, alle spalle il doppio Covid, i quindici giorni sotto antibiotici per bronchite e febbre prima del Giro. Il successo numero sette in carriera arriva con un'impresa scandita dai tuoi attacchi in un'altra tappa durissima: da Rivarolo Canavese a Cogne con 3 GPM e 55 km di salita sui 177 totali. Pronti-via, e dopo sette già quasi tutti giù per terra, compresa la neo-maglia rosa Carapaz. All'inizio van via in 28, nel finale - dopo almeno tre sue rasoiate micidiali - solo uno: Giulio Ciccone da Chieti, 27anni a dicembre.  Il colombiano Santiago Buitrago, in lacrime,

Instant classic a Torino: tappone a Yates, Carapaz in rosa

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Sàntena-Torino 2022. Una instant classic nella Storia del Giro. La tappa più corta, e sin qui la più spettacolare. Due doppie scalate (Superga e Maddalena), tremila metri di dislivello in 147 km totali. In una calura irreale. Frazione a Simon Yates, la seconda in questo Giro dopo la crono di Budapest, la sesta in carriera nella corsa rosa e la decima nei grandi giri. Richard Carapaz in rosa alla 14esima, come a Courmayeur nel 2019: il Giro che poi vinse. Anche stavolta l'ecuadoriano attacca, ai -28,6, ma a differenza di St Vincent stavolta i big gli van dietro. L'azione decisiva, quella di Yates, arriva ai -4,6. Hindley, Carapaz e uno strepitoso Nibali - e più dietro, un commovente Pozzovivo - resistono, ma questa è una di quelle giornate alla Yates. Quello del 2018 a Campo Imperatore, a Osimo, a Sappada. La botta al ginocchio dell'Etna sembra un ricordo. Salta dopo dieci giorni, la maglia rosa JuanPe Lopez, che chiude a 4'25 e ora è nono a 4'04".  Carapaz - p

Démare ricomincia da tre

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Messina alla quinta, Scalea alla sesta, Cuneo alla dodicesima. Arnaud Démare ci ha preso gusto, e si regala il tris; 87 vittorie in carriera, due al Tour e otto al Giro. La grandeur francese è salva, nel giorno triste di Romain Bardet, uno dei favoriti per il podio finale, e che invece saluta il Giro a causa di un violento virus intestinale. Tappa, folle come tutte in questa corsa rosa 105: 150 km di afa da Sanremo a Cuneo, con una parte di classicissima alterata dalla pandemia nel 2020 e percorsa in senso inverso. Se ne vanno cinque coraggiosi, poi si stacca Tagliani. Il gruppo sottovaluta, e rischia parecchio. I battistrada vengono ripresi ai -700 metri, l'ultimo - Maestri - addirittura ai -500. Il finale, al 2,5% medio, inganna. Ma il lavorone della Groupama-FDJ premia: Richeze tira urlacci a Gaviria per spronarlo, il colombiano - dopo il doppio covid - non ha però la gamba dei bei tempi. Démare - che nel 2016 vinse una Sanremo non priva di polemiche - domina di classe e potenz

A Reggio Emilia sventola il Tricolore: Dainese, finalmente

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Era destino: nella Città del Tricolore, all'undicesima tappa, la prima vittoria italiana in questo Giro105. Alberto Dainese, primo a Reggio Emilia con una volata imperiale - oltreché imperiosa - mettendo in fila il Gotha dei velocisti presenti alla Corsa Rosa: Gaviria, Consonni, ciclamino-Démare, Ewan e Cavendish. Frazione velocissima, chiusa a 47.015 di media, la decima all-time al Giro, e la seconda più lunga di questa edizione: un piattone di 203 km con partenza da Santarcangelo di Romagna. Altroché classica tappa di trasferimento, il forte vento ha innervosito il gruppo, che così ha tirato a tutta, chiudendo addirittura in anticipo anche sulle tabelle più ottimistiche. Lo spettacolo, ovvio, era nell'epilogo: e lì Dainese ha centrato la rimonta-capolavoro della sua giovane carriera. Buona la terza dopo due top ten: nono sul Lago balaton alla terza e settimo a Messina alla quinta. E terzo successo al secondo anno da pro, per il 24enne padovano di Abano Terme, pilotato da un t

Terzo di sei fratelli vive a San Marino e si ispira a Sagan

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di CIRO SCOGNAMIGLIO Gazzetta dello Sport - mercoledì 18 maggio 2022 Biniam Girmay voleva essere Peter Sagan, da giovane aveva sentito tanto parlare di Pantani, e dai 2.480 metri di Asmara, capitale dell’Eritrea e sua città natale, è passato al centro Mondiale dell’UCI – Aigle, Svizzera – per avviarsi al grande ciclismo.  Ormai ne fa parte pure lui a pieno titolo e tra poco più di tre anni neppure saranno immaginabili le scene d’entusiasmo per lui al primo Mondiale della bici che si disputerà in Africa, in Ruanda.  I genitori, Girmay Hailu e Firweyeni Hailu, grandi appassionati di sport, hanno avuto 6 figli: 5 maschi e 1 femmina, Biniam è il terzo. Ora vive a San Marino, dopo avere fatto base a Lucca, e la famiglia è ancora ad Asmara: si è sposato giovane con Salime e hanno una bimba, Liela, che ha già festeggiato il primo compleanno.  Di religione cristiano-ortodossa, appassionato di calcio, Girmay ha cominciato a pedalare su una Mtb marca Stevens. Si era ispirato al connazionale Tekl

Marco Saligari - La curiosità del Commissario

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di CHRISTIAN GIORDANO © IN ESCLUSIVA per RAINBOW SPORTS BOOKS © Convinzione, curiosità, entusiasmo, passione: sono forse le più grandi qualità del Commissario, al secolo Marco Saligari, brianzolo di Sesto San Giovanni. Buon gregario, che – nelle giornate di grazia e rara libertà – aveva nelle corde la fuga giusta (tre tappe al Giro, una alla Parigi-Nizza, una e la classifica generale al Giro di Svizzera le perle in carriera), grazie a un’intuizione del telecronista Armando Ceroni,  si è poi reinventato  voce tecnica per la allora TSI, la tv di Stato svizzera. Poi un decennio a Eurosport e infine, dalla Tirreno-Adriatico 2017, l’approdo in Rai, per la quale tuttora segue – in bici per le ricognizioni e in moto da inviato in corsa – i grandi giri e le classiche. Classe ’65, il “Commissario” – copyright del Tista Baronchelli – non ha il forbito eloquio di Silvio Martinello né l’innata, quasi aristocratica eleganza di Vittorio Adorni; non trasmette l’istintiva empatia di Paolo