T1: Firenze-Rimini, 206 km, dislivello 3600 mt (sabato 29 giugno)



di CHRISTIAN GIORDANO © - Sky Sport ©

Contrariamente alla tradizione, e facendo un po’ il verso all’ultimo Giro d'Italia, si comincia col botto. Tappa sì di media montagna, ma lunga e con sette salite per 3600 metri di dislivello attraverso gli Appennini.

Si sfiora Ponte a Ema, in omaggio ai 110 anni della nascita di Gino Bartali, due volte in giallo a Parigi e a distanza-record di dieci anni (1938, 1948).

E si tocca il Mugello, in memoria di Gastone Nencini, vincitore nel 1960.

A quota 930 metri, dopo cinquanta km, il passo del Valico Tre Faggi (12,5 km al 5,1%) è la vetta più alta di giornata, ma non l’ascesa più difficile. Le altre sono più corte, ma più ripide.

Da non sottovalutare (fidatevi, per esperienza), specie con la canicola, il Barbotto caro a Pantani: 5,8 km al 7,6% ma con un tratto prossimo al 18%. Non a caso proprio lassù, in cima, accanto al “Bar Botto” (locale con foto e memorabilia del Pirata), è stata allestita una tribunetta per gli spettatori.

In ricognizione, il finale su e giù da San Marino verso Rimini l’abbiamo pedalato due volte: la prima dietro un certo Bernard Hinault. Seguire in discesa come il Tasso, pur sessantanovenne, pennellava le curve, è stato come veder arabescare Picasso. Un’esperienza quasi trascendente. L’alba del surrealismo razionale.

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