Milano-Sanremo 1929 - Alfredo Binda



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Milano-Sanremo 1929, 19 marzo.

Alfredo Binda (1902-1986) in fuga sui Piani d’Invrea.

Nato a Cittiglio, nei pressi del Lago Maggiore, sotto all'amata salita del Cuvignone che, con il Sasso di Gavirate e il Brinzio, avrebbe fatto di lui un signor scalatore, Alfredo Binda è ancora oggi un mito delle due ruote, capace come fu in carriera di collezionare un’infinità di vittorie e di record, alcuni ancora insuperati. Basti pensare che Binda è, ad oggi, ancora l’unico ciclista che sia mai stato pagato dagli organizzatori per non prender parte ad una corsa, il Giro d’Italia del 1930, stante la sua “manifesta superiorità”… 

Fu poi anche sagace e vincente condottiero di uomini e squadre nella sua successiva attività di Commissario Tecnico della Nazionale Italiana, che diresse per ventidue anni, inanellando trionfi in serie al Tour de France e ai Mondiali, grazie anche alla sua capacità di guidare con carisma, pazienza e polso, campioni del calibro di Gino Bartali (1914-2000), Fausto Coppi (1919-1960), Gastone Nencini (1930-1980) ed Ercole Baldini (1933).

Nel 1929, Binda riesce a vincere la sua prima Milano-Sanremo, interrompendo così il regno di Costante Girardengo (1983-1978), il primo “campionissimo” della storia, l’omino di Novi che in carriera ne aveva sapute vincere addirittura sei, l’ultima nel 1928 a 35 anni. Girardengo non è al via, quell’anno, ma i tempi stanno cambiando e le strade anche; fanno la loro comparsa i primi tratti in asfalto sulle strade della riviera ligure e le medie si innalzano, grazie anche al progresso dei mezzi meccanici. Binda poi, di suo, campione moderno della nuova generazione, porta nel ciclismo innovazione nelle tecniche di allenamento e soprattutto, nei principi di alimentazione.

L'andatura da Milano a Ovada è da subito spedita. Sul Turchino passa in testa il coriaceo Antonio Negrini (1903-1994), seguito da Binda e pochi altri avversari. Sulla salita della Colletta è Binda ad operare la selezione. La sua azione è violenta e il solo Negrini riesce, con grande sforzo, a restare con il varesino. Per poco, però. All'entrata di Varazze c'è un passaggio a livello e, subito dopo, una curva secca nei pressi di un cantiere di carpenteria navale. Negrini scivola, ma, soprattutto, rompe un pedale. L’automobile del suo team è però rimasta indietro, bloccata dalle sbarre del passaggio a livello. Allo sfortunato Negrini non resta altro che sedersi, disperato e piangente, su un muretto. 




È l'episodio chiave che decide la corsa, perché Binda non lo prenderà più nessuno. Lungo la Riviera, vola sui Piani d'Invrea continuando nel suo sforzo, efficace ed elegante come non mai. Quando passa da Alassio, la cittadina dei suoi allenamenti, tutto il paese e gli amici lo accolgono con un’ovazione, sorpresi nel vederlo già lì, in grande anticipo sulla tabella di marcia. 

Alle tre di un pomeriggio radioso, l'ex Campione del Mondo taglia il traguardo di Sanremo stabilendo il nuovo tempo record della corsa (31,628 km/h). Il secondo, Leonida Frascarelli (1906-1991) arriva a più di otto minuti e bisogna aspettare quasi un altro quarto d'ora per veder arrivare Pio Caimmi (1905-1968). 

Diciassettesimo al traguardo un certo Learco Guerra (1902-1963), sconosciuto neoprofessionista mantovano, ex muratore. Ne avremmo presto sentito parlare...
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Milano-Sanremo 1929, 19 marzo. 286,5 km
1. Alfredo Binda (Italia) – Legnano-Torpedo in 9h03’30”
2. Leonida Frascarelli (Italia) – Ideor a 8’30”
3. Pio Caimmi (Italia) – Olympia a 21’30” 
4. Adriano Zanaga (Italia) – Touring s.t.
5. Colombo Neri (Italia) – isolato s.t.


Testo liberamente tratto da «C'era una volta la Milano-Sanremo» di Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999

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