KEVON LOONEY, rimbalzista acerbo

Lascia il college dopo un anno a UCLA in cui ha mostrato tanto potenziale e altrettanta incostanza. Eccellente rimbalzista, ma deve migliorare al tiro. Ha bisogno di tempo per maturare

di Riccardo Pratesi, La Gazzetta dello Sport

COLLEGE — 11.6 punti e 9.2 rimbalzi a partita nella sua unica stagione, quella da matricola, a UCLA, la leggendaria università di Los Angeles. I Bruins non sono riusciti a competere con la corazzata Arizona nella Pac 12, ma a sorpresa sono arrivati alle Sweet 16 del Torneo, per il quale si sono qualificati più per il prestigio dell’ateneo che per il record stagionale. Ma due vittorie hanno legittimato la scelta del Comitato di selezione delle 68, e pazienza se poi Gonzaga ha cacciato fuori i californiani senza troppi riguardi al Regional di Houston. Looney ha mostrato tanto potenziale e altrettanta incostanza. Come prevedibile. 

PUNTI DI FORZA — Eccellente rimbalzista, specie sotto i tabelloni altrui. E Tristan Thompson in questi playoff sta dimostrando quanto questa qualità sia importante, quando conta di più. Tra l’altro il rimbalzo è una delle caratteristiche che risente meno della transizione dalla Ncaa alla Nba. Ottimo atleta, lungo più ancora che alto, potrà giocare al “piano di sopra” sia da ala piccola sia da ala grande. Ha un buon tocco, e sa incidere su entrambe le estremità del campo. 

PUNTI DEBOLI — Non è ancora il tiratore che dovrà diventare, se vuole trovare spazio in Nba da numero 3. E per quanto salti, contro avversari più grossi paga ancora lo scotto di non avere un fisico maturo. I movimenti in post basso sono ancora all’A-B-C anche se sa finire vicino al canestro con buoni istinti. Ha momenti in cui sembra dominare, ma poi altri in cui sparisce dalla partita. 

PARAGONE NBA — Sembra la bella copia di Al-Farouq Aminu, il 3-4 da Wake Forest scelto con la chiamata numero 8 del Draft 2010 dopo due stagioni al college che ha giocato una buona serie di playoff contro Houston al primo turno di questa stagione Nba. 

A CHI FAREBBE COMODO — A chiunque possa aspettarlo, e non si aspetti un contributo importante immediato. Ha margini di crescita enormi, ma un gioco non ancora definito. Dalla 15 alla 20 diventa un affare. Sarebbe interessante vederlo a Milwaukee alla 17, per aggiungere un altro diamante grezzo alla collezione di Jason Kidd. Quell’apertura alare e quel potenziale da scartare come un pacco regalo si rivelerebbero preziosi come cambio di Parker e Middleton

DOVE VERRÀ DRAFTATO — Uno dei giocatori più difficili da catalogare. Perché va distinto ciò che è adesso, un progetto intrigante, da quello che potrà diventare. Dalla 14 alla 25 ogni chiamata può essere quella buona. Basta che un GM si innamori del suo talento puro per farlo diventare ricco, non serve il consenso generale: succederà.
Riccardo Pratesi, La Gazzetta dello Sport

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