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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Centomila metri a perdifiato

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 La Cento chilometri a squadre, la prova concettualmente più esagerata della pedivella, fu la Formula Uno della specialità: il vertice futurista, nemmeno fosse dipinto da Botta, che portò oltre i limiti dell’umano.  (...) La Cento fu occidentale negli avamposti italiani e della Germania Federale, un po’ nordica (l’èra dei fratelloni svedesi Gösta, Sture, Erik e Tomas Petterson ) e francese; orientale nelle corazzate Ddr e Cccp, con la vigorosa partecipazione di Cecoslovacchia e Polonia.  I polacchi nei Settanta divennero dominanti, grazie soprattutto all’apporto del principe Ryszard Szurkowski , che al mondiale di Barcellona ’73 dipinse il van Gogh dell’iride, bissata a pochi giorni di distanza con la prova in linea: impresa mai più realizzata.  (.

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Phil dei fiori

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Inconsapevole profeta del Nuovo Mondo, Phil Anderson fu il precursore della globalizzazione ciclistica.  (...) Australiano nato in Inghilterra, francese di stipendio e belga di residenza: come direbbe il principe Antonio De Curtis, un uomo di mondo.  Atleticamente un carro armato, potentissimo sul passo e competitivo sulle salite, entrò nella mitologia del pedale al primo Tour che disputò: nel 1981, alla quinta frazione (un tappone pirenaico atipico per la sua collocazione temporale), riuscì a rimanere con Hinault e agguantò una leadership inedita, primo capoclassifica non europeo in settantotto anni di romanzo.  (...) Visse pure un’esistenza on the road intensa, con due matrimoni (la prima sposa, Ann, l’incontrò alla Coors Classic 19

A HARROGATE SI FA LA STORIA O SI MUORE

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https://www.sport-e-cultura.com/2019/09/27/a-harrogate-si-fa-la-storia-o-si-muore/ di Simone Basso, venerdì 27 settembre 2019 Arcobaleno UCI in quel di Harrogate, questa settimana, sperando (per gli atleti) che spiova un po’ il sabato e la domenica: cioè quando conta (sul serio). Una prova iridata più attesa del solito, per la congiunzione astrale di avvenimenti che la rendono ancora più affascinante e imprevedibile; quasi epocale se le premesse – di uno scontro fra mammasantissima – si realizzassero al cento per cento. Siamo ancora qui, dopo decenni, a celebrare una festa perversa, abbastanza scema, considerando il ciclismo vero, leggendario, delle classiche e dei Grandi Giri. Bizzarro che si assegni la maglia, fotogenica, originale, con quel titolo (di campione del mondo...), mediante una kermesse che simula – in una sorta di sagra di paese – uno sport professionistico che crea e vive – più di tutti – di monumenti e simulacri. Consapevoli, in fondo, che

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - All-Canadian & Aussie Boys

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Sembravano tutti usciti da Breaking Away (1979), in Italia All-American boys , i ragazzi extra-europei che s’invaghirono di quello sport così alieno e affascinante. Portarono in Europa, oltre alla valigia, un carico di attese che si tradusse in un entusiasmo smisurato per il mestiere.  Un’attitudine diversa, molto più generosa e scavezzacollo, simile a quella del personaggio Dave Stohler (interpretato da Dennis Christopher) in quel film: Steve Bauer apparve in Italia come un tornado ciclistico. (...) Si presentò con il botto, il biondo dell’Ontario, e divenne grande ne La Vie Claire di Bernard Hinault e Greg LeMond .  Con quest’ultimo, oltre alle affinità linguistiche, stabilì un’amicizia “ambientale”: costretti, come altri corridori esotici,

Simmons à la Remco, Martinelli argento vivo

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Agli americani il mondiale piace bagnato. Senza andare troppo indietro fino all'oro di Greg LeMond a Chambéry '89 o quello di Lance Armstrong di Oslo '93, basta guardare cosa ha fatto lunedì 23 sotto il diluvio nella crono élite donne la 22-enne Chloé Dygert, iridata davanti alle favorite olandesi van der Breggen e van Vleuten. Nella prova in linea junior maschile, lo statunitense Quinn Simmons - gran favorito e invece medaglia di legno nella crono dominata dall'azzurro Antonio Tiberi, ha vinto come fece Remco Evenepoel a Innsbruck 2018. Alle sue spalle, altra impresa azzurra: la terza in questo mondiali;  e la medaglia che ancora ci mancava. l'argento di Alessio Martinelli, 9 vittorie in stagione, pesa tantissimo. perché arrivato con grande sagacia tattica, contro avversari di livello altissimo e dopo 148.1 km resi ancora più duri dal maltempo: dei 118 partiti sono arrivati in 72. La Colpack, che dal 2020 avrà Martinelli, Piccolo e Tiberi, h

Un podio dell'altro mondo

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Rohan Dennis, Remco Evenepoel, Filippo Ganna. Più che un podio già nella storia della crono mondiale, un parterre de roi.  Un ponte tra presente e futuro della specialità, e non solo. Il 29enne australiano si conferma campione del mondo contro il tempo percorrendo i 54 km da Northallereton a Harrogate in 1h 0505"; e cioè a quasi 50 di media: 49,872.  Un obiettivo che l'ex primatista dell'ora aveva nella testa dal 18 luglio, dopo il ritiro - più lite con l'ammiraglia Bahrain-Merida - alla vigilia dell'unica crono del Tour. Non per caso, la crono iridata l'ha corsa con una bici del fornitore tecnico federale e senza scritte. A 1'08" un marziano venuto in terra a miracol mostrare di essere, mezzo secolo dopo l'originale, il più credibile "nuovo Merckx". Mai nessuno alla sua età era salito sul podio iridato nella crono élite.  Ci riesce il classe 2000 (alla prima oltre i 50 km) che un anno fa, da junior, aveva dominato agli e

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Duo di Pikkuus

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Aavo, purosangue bizzarro, fu il bimbo prodigio della Course de la Paix 1974, quando appena diciannovenne (!) si rivelò sulla scena internazionale.  Esteticamente, un supereroe dei fumetti, un Marcantonio con i capelli biondi incorniciati da un paio di baffi vichinghi, agonisticamente un fuoriclasse: regalò, nel Regioni vinto, un’indimenticabile fotografia del suo talento e delle contraddizioni interne allo squadrone sovietico.  (...) Nonostante il lavoro di Pikkuus, che scortò il compagno in difficoltà, nel finale gli avversari, soprattutto gli svedesi Tommy Prim e Alf Ove Segersäll , vedendo il capoclassifica in panne, se ne andarono via: a quel punto Aavo si mise in proprio e spinse il motore a pieni giri. In pochi chilometri raggiunse e sal

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - La Corsa della Pace sia con voi

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Era proprio il secolo scorso, il Novecento, e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.  L’Est europeo per decenni fu diviso, come usi e costumi, dal resto del continente: oggi si sottovaluta il fatto che quei Paesi curarono, e svilupparono, una tradizione ciclistica tutta loro.  Una mitologia popolare, separata dalla nostra, e con un monolite che prese come modello di riferimento il Tour de France: la Corsa della Pace ; che divenne una simbologia potentissima di quel blocco politico, sociale e culturale: la Varsavia-Praga-Berlino, all’apogeo, fu importante almeno quanto il Comecon nel creare, per quelle nazioni, un immaginario comune. La gara si trasformò in una formidabile propaganda, che seppe unire milioni di persone altrimenti legate loro mal

Razzismo, o si cambia o si chiude

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L'involuzione della specie: siamo arrivati ai fischi allo speaker contro la interruzione per razzismo. "In Italia situazione grave", ha detto il presidente FIFA, Gianni Infantino. E anche seria. Molto. Se non si fa davvero qualcosa, si chiude.  Chiuso per razzismo. Antonio Conte ha trovato l'Italia peggiorata, e di parecchio. Edin Dzeko dice che abbiamo un problema grosso, specie rispetto a Paesi come l'Inghilterra. E proprio dall'Inghilterra arriva Romelu Lukaku, preso di mira a Cagliari come Moise Kean un anno fa - e Franck Kessié in Verona-Milan.  L'Europa ci guarda, e si vede riflessa, .  E mentre l'Atalanta - in una nota ufficiale - dopo l'interruzione decisa da Daniele Orsato per i cori razzisti contro il fiorentino Dalbert, perlomeno "si dissocia da ogni forma di discriminazione", la UEFA comincia a fare sul serio.  O almeno ci prova. Due partite a porte chiuse per la Romania (con la decisione sulla seco

L'Impresa di Tiberi, sfortunato per vincere

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Colpo di pedale e di sfortuna.  C'è tutto questo nella partenza-choc di Antonio Tibèri, al mondiale di Harrogate. Il giorno prima, la foratura di Elisa Longo Borghini era costata - per 4 secondi - il podio alla staffetta mista azzurra. Nella crono junior maschile, Tiberi ne perde trentasei - trentasei! - per la rottura della pedivella sinistra. Ma è lì che nasce l'impresa. Anziché scoraggiarsi, il 18-enne talentino di Gavignano spinge come nessun altro il 52x14, il rapporto imposto dal regolamento. Ne rimonta cinque (partiti un minuto l'uno dopo l'altro) prima di lui, chiude con un tempone - 38'28"25 alla media di 43 km orari - e poi aspetta gli altri 31 rimasti, compresi tutti i favoriti. Tra questi, l'altro azzurro - Andrea Piccolo - campione europeo in carica, sesto al traguardo e terzo a l mondiale di Innsbruck un anno fa. Ottimo 23-esimo invece Andrea Piras, al primo anno fra gli juniores. La sofferenza, per Tiberi, s

Uno sfregio al destino: intervista ad Adriano Malori

https://www.suiveur.it/interviste/uno-sfregio-al-destino-intervista-ad-adriano-malori/ Suo malgrado, Adriano Malori è diventato un esempio di resistenza e tenacia. di DAVIDE BERNARDINI Suiveur - 23 settembre 2019 Il ciclismo professionistico sta attraversando una fase estremamente delicata. Una generazione, quella di cui fanno parte i corridori nati nel 1990, sta lanciando segnali preoccupanti; Bardet, Aru, Dennis, Pinot, Quintana, Chaves, Dumoulin, Bouhanni : ognuno di questi sta vivendo il momento decisivo della propria carriera, in bilico tra il talento di cui dispone e gli scricchiolii fisici e mentali che ne minano l’attività. Pronti a soppiantarli sembrano i giovani rampanti che hanno monopolizzato l’attenzione negli ultimi due anni: a vent’anni un filo d’erba profuma come una rosa e gli errori pesano quanto una piuma, ma quali sono le controindicazioni di un uso così smodato di gioventù ed esuberanza? Soltanto il tempo ce lo dirà. I ritiri prematuri di Kennaug

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Scalatori esotici: Andy Hampsten

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Campione e pioniere, Andy Hampsten nacque (a Columbus) in Ohio e rappresentò – poco dietro Greg LeMond – la frontiera americana.  (...) Al battesimo del fuoco con i pro’ del vecchio continente – 1985 – si mise subito in evidenza. Firmò un contratto a tempo con la 7-Eleven, la compagine nordamericana che colmò le distanze, soprattutto culturali, con l’altra parte dell’Atlantico.  Hampsten, dei ragazzi del diesse Mike Neel, era il più futuribile. C’erano Ron Kiefel, che sorprese tutti, all’esordio in Italia, vincendo il Trofeo Laigueglia, Davis Phinney (marito di Connie Carpenter e babbo di Taylor), l’hombre messicano Raúl Alcalá, la leggenda olimpica (del pattinaggio di velocità) Eric Heiden e Jonathan Boyer, il precursore.  Un po’ di folkl

IN FUGA DAGLI SCERIFFI - Scalatori esotici: Luis "Lucho" Herrera

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https://www.amazon.it/dp/B07XP5GBYG Simone Basso IN FUGA DAGLI SCERIFFI Oltre Moser e Saronni: il ciclismo negli anni Ottanta Prefazione di Herbie Sykes Rainbow Sports Books, 160 pagine - kindle, amazon.it – € 9,90 Il ciclismo colombiano fu la propaggine più esotica di uno sport in piena espansione.  (...) Il moro Luis Herrera fu l’ambasciatore incontrastato di quella scena, nonostante la folle concorrenza interna: periodo di esperimenti virtuosi che videro anche i pro’ del vecchio continente misurarsi con le corse impossibili di quei luoghi, il Giro di Colombia e il Clásico Rcn.  El Jardinerito , pelle e occhi da indios, entrò nella leggenda quasi subito: nel 1984, all’Alpe d’Huez, divenne il primo sudamericano, nonché l’unico dilettante, ad aggiudicarsi una tappa del Tour.  (...) Convinto con i mezzi più antichi e sicuri (le corse non si vincono e si perdono: si comprano o si vendono), divenne alleato di Bernard Hinault nella cavalcata che ipot