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STEVENS, GIORNALISTA AMERICANO NELLA PATRIA DEL COMUNISMO

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https://www.corriere.it/lettere-al-corriere/13_dicembre_22/STEVENSGIORNALISTA-AMERICANO-NELLA-PATRIA-DEL-COMUNISMO_ac53763a-6adc-11e3-b22c-371c0c3b83cf.shtml Domenica 22 dicembre 2013 Nella carrellata di personaggi legati alla storia della Russia, credo che debba avere un posto anche Edmund Stevens. So che era cittadino americano, ma aveva trascorso tutta la vita a Mosca. Lei ha avuto modo di conoscere anche lui?  Mario Vercesi, Varese Caro Vercesi,    Ho conosciuto e frequentato Edmund Stevens a Mosca nella seconda metà degli anni Ottanta. Era vecchio, malandato, afflitto da una dolorosa ernia del disco e beveva troppo; ma la sua mente era lucida e la sua lingua tagliente. Nonostante le chiacchiere che continuavano a circolare sul suo conto, non era più comunista dall’epoca del suo primo soggiorno nel Paese dei Soviet, quando aveva perduto la fede. Ma non tollerava i giudizi disinformati e sommari con cui i suoi interlocutori occidentali credevano...

HOOPS PORTRAITS - Jeff Green, il cuore del campione

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di CHRISTIAN GIORDANO © Sky Sport 24, 10 dicembre 2013 "No pain, no gain". È uno dei mantra americani (non soltanto) dello sport: se non soffri, non vinci. E nessuno lo sa meglio di Jeff Green: 17 dicembre 2011, doveva essere una normale visita di routine. Gli ha cambiato la vita, gliel'ha salvata. Aneurisma, l'aorta si dilata. Troppo. Colpisce soprattutto quelli alti. Lui è 2.04. Se non si interviene subito, si muore.   "Faceva male, male, male. L'operazione è stata il momento più duro della mia vita. Da allora guardo le cose da un'altra prospettiva. Ho avuto tanta paura". A 25 anni, e solo 4 di NBA, tanta paura che sia tutto finito. A partire dal quadriennale da 9 milioni di dollari a stagione firmato una settimana prima. Resta in sala operatoria alla Cleveland Clinic per 5 ore e 26 minuti. L'intervento è perfettamente riuscito. Ci sono buone probabilità che Jeff torni a una vita normale. Green però non la vuole una vita "normale"....

Rudi Garcia, il sergente dei Sogni (2013)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Ama la chitarra, Tintin e l’Andalusia, la terra da cui partirono i suoi genitori. Ma soprattutto adora le squadre piene di giovani e di talento. In Italia ha portato le sue idee di calcio, un misto di Guardiola e di Benítez, le stesse con cui ha dato lo scudetto al Lille. Alla scoperta di Rudi, l’allenatore che ha fatto rinascere la Roma  di  CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo © n. 12, dicembre 2013 Vigilia Lazio. «Un derby non si gioca, si vince».   Gol e lacrime di Balzaretti, rigore di Ljajic.  «Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio».  «Adesso mi sento uno di voi. Adesso mi sento romanista».  Pre-Inter. Rivoluzione? In Francia è una parola importante».  Otto vittorie come la Juve di Capello e Ibra, stagione 2005-06.  «A quella squadra lo scudetto è stato revocato, preferisco prendere come riferimento alt...

5 dicembre 2013, muore Mandela

https://www.facebook.com/profile.php?id=100010185609576&hc_ref=ARSZW6oEX4IYWcfolOiz1ahE5wcneFymLxapLwXRwgt-byViwaVztLVy305xpwLxSik ALMANACCO DEL GIORNO - 5 dicembre Muore a Johannesburg il 5 dicembre 2013, all'età di 95 anni, Nelson MANDELA, politico ed attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal 1994 al '99.... Nato a Qunu, Umtata, il 18 luglio 1918, figlio di un capo della tribù Thembu, Mandela si laurea in Giurisprudenza per poi svolgere attività legale in favore della difesa dei diritti della popolazione, sottoposta al regime di apartheid, e quindi partecipare 1944 alla fondazione della lega giovanile dell'African National Congress (ANC), di cui diviene Presidente 6 anni dopo... Tra i promotori degli scioperi contro le leggi sulla segregazione dei neri, Mandela subisce numerosi arresti, per poi, convintosi in seguito della necessità di passare alla lotta armata, fondare (1961) l'organizzazione clandestina "Umkhonto we sizwe" (...

Famous Last Words: Stephen Roche

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https://www.cyclingweekly.com/news/famous-last-words-stephen-roche-23314 Cycling Weekly  November 14, 2013 5:23 pm The 1987 Tour de France winner is proud of his training camp business, 
of charity sportive Tour de Cure, but most of all, of his son Nicolas In the early part of my career, people would say, “ Roche is OK, but he can’t suffer .” The truth is, my pedalling style never really gave much away. It wasn’t intentional, I was just naturally very supple and didn’t throw shapes, even when I was digging really deep. If I could relive any race it would be Liège-Bastogne-Liège in 1987. I had it won and I lost it in the last 100 yards . I should have trusted my instincts but because I’d been second in Paris-Nice, second in the Mediterranean from going too early, I wasn’t going to make the same mistake again. I was focused on [Claude] Criquielion, and then [Moreno] Argentin mugged us both. I rode with some of cycling’s greats but I never had a fierce rivalry...

KOSOVO: Displaced footballers around Europe

Adnan Januzaj is another example of the displaced Kosovan nationals who are across Europe since the breakup of the former Yugoslavia.  Kosovo is an independent state bordering Albania and within the former Yugoslavia but is not recognised by Serbia. The national team has been formally recognised by FIFA and allowed to play friendlies. But UEFA, bowing to pressure from Russia and Serbia, has so far refused recognition.  Kosovo’s international isolation has forced many of its best footballers to seek international recognition elsewhere, notably Albania and Switzerland, where many Kosovan refugees were granted sanctuary during the civil war.  Xherdan Shaqiri, Granit Xhaka and Valon Behrami, were all born in Kosovo but are now representing Switzerland, while Lorik Cana, who was born in Albania of Kosovan heritage, now captains Albania.  The Kosovan FA would like to see FIFA allow a one-off  nationality switch if they are accepted into FIFA....

Biografia di Gianni Bugno

http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=BUGNO%20Gianni • Brugg (Svizzera) 14 febbraio 1964. Ex ciclista. Vinse due campionati del mondo (1991 e 1992, terzo nel 1990), un Giro d’Italia (1990), una Milano-Sanremo (1990), una coppa del Mondo (1990), 2° al Tour de France 1991, 3° a quello del 1992, entrambi vinti da Miguel Indurain. «Chi sono io? Uno che ha stravolto la normalità del ciclismo: quando mi aspettavano non c’ero, ci sono stato quando non mi aspettava nessuno. Lo sapete, il primo a non capirmi sono io». • «Indecifrabile, ma che talento: bastava guardarlo in bicicletta, in quella naturale postura di armonia e potenza, per capire che Bugno levitava in una dimensione tutta sua. Nelle volate gli avversari sbandavano, lui senza apparente fatica scivolava leggero oltre il traguardo. I suoi genitori, veneti di Cavaso del Tomba, si erano trasferiti a Brugg per realizzare il sogno di chi parte con la valigia di cartone: lavorar sodo e tornare con un bel gruzzolo....

Hibs contro Jambos: l’eterna rivalità ad Edimburgo, da Irvine Welsh alla “Salt & Sauce Final”

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https://controcalcio.wordpress.com/2013/10/23/hibs-contro-jambos-leterna-rivalita-ad-edimburgo-da-irvine-welsh-alla-salt-sauce-final/ di Fabio Belli, 23 ottobre 2013 Da sempre in Scozia le squadre di Glasgow sono abituate a dominare la scena quasi incontrastate, ma negli ultimi 30 anni la situazione ha assunto contorni quasi imbarazzanti. Nella prima metà degli anni Ottanta l’Aberdeen di Alex Ferguson ed il Dundee United rappresentarono le ultime alternative al cosiddetto ‘Old Firm‘, l’eterna sfida tra Rangers e Celtic, che ora, in attesa della risalita del club che fa capo ai protestantidella città, è momentaneamente sospesa. Ormai da decenni la capitale Edimburgo fa da comprimaria alle grandi, ma la rivalità tra le squadre locali non è meno sentita, e soprattutto ha contorni simili a quella che si vive a Glasgow. L’anima cattolica e filo – irlandese della città si identifica nell’Hibernian , quella protestante negli Hearts of Midlothian. Noti per avere simpatie progressiste ed operai...

Buoni pensieri per Gianni Mura

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http://www.sportivamentemag.it/archives/16342 Auguri per i 68 anni di un amico di vecchia data, li compie oggi di Luciano Boccaccini, 9 ottobre 2013 Oggi compie 68 anni Gianni Mura, un amico di vecchia data che si avvia al mezzo secolo di giornalismo, avendo cominciato a scrivere prestissimo. In Gazzetta era la mascotte: diciannovenne, 60 chili in meno, una grande passione per la musica, la cucina e lo sport, era già inviato al Giro d’Italia, quello stravinto da Vittorio Adorni. Anno di molta grazia per il nostro ciclismo: ad Adorni il Giro, a Gimondi il Tour. Lui alle prese con le interviste del dopocorsa ai gregari. A Bruno Raschi , il divino, toccava l’editoriale. Al buon Rino Negri la cronaca e le interviste ai protagonisti. A Gigi Gianoli il colore. Li ho conosciuti tutti, qualche anno dopo. Questione di anagrafe. Con Gianni ho trascorso il Giro più bello nel 1981. Lui scriveva per L’Occhio , diretto da Maurizio Costanzo, insieme a un altro amico, Sergio Me...

FOOTBALL PORTRAITS - Adnan Januzaj, piccola stella senza cielo (2013)

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SCRITTO APPENA IERI... https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Cinque febbraio ’95, a Bruxelles nasceva Adnan Januzaj.  Cinque ottobre 2013, allo Stadium of Light di Sunderland, è nata una stella. A 18 anni, all’esordio da titolare, dopo due subentri da 70’ totali in Premier League, doppietta in sei minuti. Sei minuti che ricorderà per sempre. Fra il 51’ e il 61’ il ragazzino col numero 44 ha salvato la squadra allenata da David Moyes dalla quarta sconfitta in sette giornate di campionato e riscritto i libri di storia del club. Prima di lui solo Ruud van Nistelrooy aveva segnato una doppietta alla prima da titolare in Premier in maglia United. Figlio di kosovari albanesi, a dieci anni è entrato nell’Anderlecht ma ha già rifiutato la generazione di baby-fenomeni del Belgio under 18 e under 19 ai tempi del Ct Marc van Geersom. L’Albania di Gianni De Biasi lo segue (e messaggia) da tempo, ma sin qui invano. Quasi sfumato ...

FOOTBALL PORTRAITS - Januzaj, è nata una stellina (2013)

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Cinque febbraio 1995: a Bruxelles nasceva Adnan Januzaj. Cinque ottobre 2013: allo Stadium of Light di Sunderland, è nata una stell(in)a.  A 18 anni, all'esordio da titolare dopo due subentri da 70 minuti totali in Premier, doppietta in sei minuti. Sei minuti che ricorderà per sempre. Tra il 55' e il 61' il ragazzino ha salvato la squadra di David Moyes dalla quarta sconfitta in sette giornate di campionato. E riscritto i libri di storia del club. Prima di lui solo Ruud van Nistelrooy aveva segnato una doppietta alla prima da titolare in Premier in maglia United. Figlio di kossovari-albanesi, a 10 anni è entrato nell'Anderlecht ma ha già rifiutato la generazione di baby-fenomeni del Belgio Under 18 e 19 ai tempi del Ct Marc Van Geersom: in futuro giocherà con l'Albania, oggi di Gianni de Biasi. Arrivato allo United a 16 anni, lo vorrebbe anche l'Inghilterra, che ha già sondato e ringraziato il club per la disponibilità. Quasi sfumato il sogno mondiale di ...

FOOTBALL PORTRAITS - Jesús Navas, il Goblin di Los Palacios (2013)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Sono tanti i segreti del primo Manchester City di Manuel Pellegrini. Che è partito alla grande in Champions League e ha annichilito lo United nel derby.  Il fútbol de potrero del Kun Agüero, che in Premier League gioca, lotta e segna come nei campetti in terra a Quilmés, periferia di Baires: già 51 gol in due anni in 94 presenze in maglia sky blue. Il calcio totale di Yaya Touré, da almeno tre stagioni a livelli da Pallone d’oro e non solo africano. La genialità irrequieta del rigenerato Samir Nasri, che tanto ha fatto dannare in passato Roberto Mancini. Prime punte come Álvaro Negredo o Edin Džeko che sarebbero titolari ovunque (o quasi). La nuova diga Fernandinho a proteggere una difesa e il portiere Joe Hart non sempre all’altezza dei più celebrati e costosi compagni.  E finalmente un’ala vecchio stampo, Jesús Navas, il più sottovalutato (nonostante i 17 milioni di sterlin...

Paolo il caldo ci mette la faccia

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Tutto si può dire di Paolo Di Canio tranne che sia uno che non ci mette la faccia. Nel bene come nel male. “Accetto i ‘buuu’ e gli insulti, e mi scuso con i tifosi per averli delusi con questa prestazione. Ma non per la mancanza di professionalità, perché in termini di professionalità io sono il numero uno al mondo” ha dichiarato nel post-partita a Sky Sports News Magari soffrirà della sindrome di Mou, ma a uno così i tifosi del Sunderland sono disposti a perdonare tutto. Anche un 3-0 pesantissimo come quello subito al The Hawthorns contro il West Bromwich Albion, e aperto da quel Stéphane Sessegnon che lo scorso 14 aprile li aveva fatti impazzire in un altro 3-0, il derby vinto dai Black Cats al St James’ Park contro il Newcastle. Ricordate? Arrivato da due settimane, Di Canio stravinse il match che lassù vale una stagione. E festeggiò sporcandosi le ginocchia, alla Mourinho. Con quel gesto entrò subito nel cuore dei tifosi, gli stessi che da allora gli perdonano tutto o quasi....

FOOTBALL PORTRAITS - Maradona, le battaglie del Diez

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di CHRISTIAN GIORDANO ©, Sky Sport 24 © (6 settembre 2013) "Sono cresciuto in un barrio privato di Buenos Aires.  Privato di acqua, di luce e di telefono".  Le ha cominciate presto le sue battaglie Diego Armando Maradona. Da quando era "el Pibe". L'oro sarebbe arrivato dopo, e con quello le responsabilità. La personalità da capopopolo, da Masaniello, quella ce l'ha sempre avuta. Da quando era lui, ventenne capitano del Boca, a difendere i compagni chiusi in spogliatoio dall'assalto dei Barras Bravas . Con gli anni le sue guerre ideologiche sarebbero state contro i poteri forti, del calcio e del mondo. I suoi strali hanno colpito altri grandi ex diez, come Pelé e Platini. le sue pallottole, ancorché a salve, i giornalisti sotto casa sua. Epiche le sue lotte in nazionale con ex compagni come Passarella, allenatori come Menotti che da Ct nel '78 lo escluse dal Mondiale in casa, e presidenti: da Luis Núñez nel Barcellona a Corrado Ferlaino ...

TITO TACCHELLA DAI JEANS AD UN CONGO MIGLIORE

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http://www.veja.it/2013/09/13/tito-tacchella-dai-jeans-ad-congo-migliore/ «Se ti mettono un aratro in mano cosa fai… VUOI non lavorare?». Risponde con la spontaneità di chi è abituato a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare, senza perdersi in eccessive chiacchiere Tito Tacchella . La curiosità, comunque, rimane. È quella di sapere che cosa può spingere un imprenditore di successo, fondatore del marchio di abbigliamento Carrera Jeans, a dedicarsi al volontariato in Africa. «Ha cercato una terra ancor più grande nella quale andare», dice, scherzando, il figlio Gianluca al quale l’intraprendente padre, oggi “tecnicamente” in pensione seppure non disdegni di trascorrere qualche ora della giornata in ufficio nella sede di Caldierino, ha lasciato ormai le redini di amministratore delegato dell’ azienda creata nel 1965 in Valpantena assieme ai fratelli Imerio e Domenico. Intraprendenza “made in Verona”  La terra rossa è invece quella della Repubblica democrat...

5 Reasons Why He Was Laurent Fignon And You Couldn’t Have Been

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https://www.bikemag.com/pavedmag/5-reasons-why-he-was-laurent-fignon-and-you-couldnt-have-been/ Words || Gary J Boulanger Bikemag.com - August 7, 2013 Laurent Patrick Fignon, born August 12, 1960, was a French thunderbolt in the 1980s, winning the Tour de France twice in a row as a young professional in 1983 and ’84. He closed out the decade winning Milan San-Remo back-to-back, in 1988 and ’89, the year he was more famous for losing the Tour by a mere eight seconds to American Greg LeMond than he was for being the last Frenchman to win the vaunted Giro d’Italia. He died of cancer age 50 in Paris on August 31, 2010, weeks after providing color commentary for the Tour, and sharing the podium with his former Renault-Elf teammate and nemesis Bernard Hinault. The sting of losing what reporters have called the greatest Tour in history stuck with Fignon for decades, despite his place among the Giants of the Road. “The morning after the defeat of the day before was when th...

FOOTBALL PORTRAITS - Dinho, mai darlo per finito (2013)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 In tanti e non solo Massimiliano Allegri lo avevano dato per finito. Almeno, per il grande calcio europeo. E invece Dinho, tornato a casa, con l’Atlético Mineiro s’è ripreso il Sud America in attesa di fare lo stesso col mondo, fra un anno, con la Seleção. Ha vinto tutto, Ronaldinho, in una carriera straordinaria eppure inferiore alle attese, quelle pure straordinarie quanto il suo sconfinato talento. Bronzo olimpico, Copa Libertadores e Champions League, mondiale, Copa América e Confederations. Pallone d’oro. Il Barcellona lo aveva svenduto al Milan per impedirgli di distrarre l’amicone Leo Messi con una vita da atleta non esemplare. Ma nel calcio iper-dinamico di Allegri, per il suo genio infinito quanto discontinuo, non c’era più posto. Meglio andar via, allora: al Flamengo, per 3 milioni di euro. Il rossonero però non gli porta bene. In 17 mesi vince il titolo carioca e se...