SEVENTIES - Macari, segna sempre Lou


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di Christian Giordano © - Indiscreto.it © 
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Nato a Largs, nel North Ayrshire, da genitori italiani emigrati a Edimburgo, Luigi "LOU" MACARI (7 giugno 1949) arriva al Celtic nel 1970. 

Vanta già 57 reti in 100 presenze e due double consecutivi quando, nel gennaio 1973, diventa l’ennesimo scozzese reclutato per il Manchester United dal manager Tommy Docherty. Anzi, dal suo assistente Pat Crerand, altro Glaswegian, che bracca Macari in tribuna all'Anfield, dove Lou stava per firmare col Liverpool. 

Un furto senza scasso che, negli anni, ripagherà fino all’ultimo penny le 200 mila sterline versate per quel ragazzino in gol già al debutto coi Red Devils, contro il West Ham. Con Gordon Hill, Steve Coppell e i fratelli Brian e Jimmy Greenhoff, Macari sarà uno dei simboli dello United di metà Seventies.


Spettacolare fin che si vuole, ma certo non uno squadrone, visto che nella prima stagione piena di Little Lou al club dell'Old Trafford, lo United, dopo 37 anni, retrocede. 

Sarà però Macari, l’anno dopo, a firmare l’1-0 sul Southampton che varrà il primo posto in Second Division e l’immediato ritorno in massima serie.

Protagonista mancato della rivincita nella finale di FA Cup del 1976 (0-1 per i Saints, gol di Bobby Stokes all’82'), si rifarà negando il treble nientemeno che al Liverpool: suo il tiro deviato in porta da Jimmy Greenhoff per il definitivo 2-1 in quella del ’77.

Nel '79, altra sfortunata finale di FA Cup a Wembley, quella dello storico 3-2 segnato per l'Arsenal da Alan Sunderland all'89'. Il suo Man U finisce lì, anche se fino a metà degli anni Ottanta ne resterà una colonna, pur arretrando sempre più a centrocampo. 

Nel giugno 1984, dopo 97 gol in 401 gare coi Red Devils, firma come allenatore-giocatore allo Swindon Town. Verso la fine della sua prima stagione al County Ground, viene esonerato in seguito a una lite con il suo assistente Harry Gregg, ex portiere e altro simbolo United ma prima di "Mac".

Richiamato sei giorni dopo, in due annate pilota il club dalla quarta alla seconda divisione. Nel luglio 1989 lascia i Robins per il West Ham ma agli Irons (nick a loro più gradito di "Hammers") resta fino a gennaio, quando la FA accusa lui e Brian Hillier, suo presidente allo Swindon Town, per un giro di scommesse illegali.

Macari torna in panchina un anno dopo, ma al Birmingham, che porta fino a Wembley per la finale del Football League Trophy, coppetta minore riservata ai club di League One e League Two, terza e quarta divisione inglesi. 

Appena alzato il trofeo, che proprio fino al 1991 terrà il nome dello sponsor Leyland DAF, ecco le dimissioni, perché, a suo dire, la dirigenza manca di ambizione.

Crede di trovarne allo Stoke City, subito portato ai playoff della Third Division, vinti però dallo Stockport County. Magra consolazione, per i Potters, la rivincita di tre giorni dopo, contro il club di Edgeley Park nella finale dell’Autoglass, il nuovo nome del Football League Trophy che per Macari è il secondo consecutivo.

Il titolo di Second Division arriva nel 1992-93, ma in novembre Lou se torna a casa, al Celtic. Dura quattro mesi, poi torna allo Stoke, dove resterà fino al 1997. Penultima fermata prima dell’Huddersfield Town, lasciato nell’estate 2002, fra le critiche per il suo calcio ritenuto troppo difensivo.

Il suo nuovo incarico sarà a tempo pieno nei media. Pendolare tra Stoke-on Trent e il suo "Lou Macari Chip Shop", takeaway a due passi dall’Old Trafford, nel tempo libero fa l’istrionico opinionista per Sky Sports, Setanta Sports e MUTV, la tv ufficiale del Manchester United dove è ospite fisso in diversi programmi, tra cui Sing When You’re Winning (Canta se vinci), dedicato – massì – alle scommesse. E allora dillo...

Un perfetto, persino romantico lieto fine se non fosse per Jonathan, l’ultimogenito.

Tutti e tre i Macari hanno giocato a livello professionistico. Michael e Paul con lo Stoke City, con papà come manager. Il più piccolo come centravanti del Nottingham Forest fino al 1999.

Lasciato libero con una stagione di anticipo sulla scadenza del contratto triennale da apprendista, si impicca a un albero a Trentham, alla periferia di Stoke-on-Trent. L’autopsia conferma che il cadavere lì c’era stato portato, ma la polizia dello Staffordshire archivia il caso. 

Un colpo troppo duro per l’eterno ragazzo che per scherzo al segretario del club, Les Olive, faceva sparire la ventiquattrore all’aeroporto, senza sapere che dentro c’era l’incasso della tournée.

O che ai giornalisti nascondeva i vestiti in albergo; o tagliava la punta delle calze, mentre quelli erano in campo al centro tecnico di Cliff, prima di premiarli con una teiera gigante.

La stampa lo adorava, ma non gli aveva mai perdonato il flop mondiale di Argentina 78 e le critiche alla federazione scozzese per il premio concordato, soltanto 20 mila sterline, in caso di titolo. Ipotetico guadagno sfumato già al primo turno: KO dal Perù, pari contro l’Iran e inutile 3-2 sull’Olanda (storico il golaço di Archie Gemmill).

Macari farà più soldi rivelando ai media tensioni e caos di quel ritiro. Il finale della favola triste di Little Lou era appena cominciato. Fuoriclasse in campo e fuori, tornerà agli onori delle cronache per il suo impegno in favore del gran numero di homeless a Stoke-on-Trent. 

Il suo gol più bello. Il più importante.

Christian Giordano
Indiscreto.it




Il cuore grande di Lou Macari. Nel 2017 la sua campagna"Big Sleep Out" in favore del gan numero di homeless a Stoke on Trent, dove ha allenato per due volte. 


A Henley, con The Macari Foundation, nel 2016 ha aperto per loro The Macari Centre, struttura da 150 mila sterline per offrire agli homeless assistenza e generi di prima necessità. 

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