Hampsten, un americano in rosa
L'edizione del 1988 regala una tappa da leggenda: il Gavia sotto una bufera di neve. La vince l'landese Breukink ma la corsa è di Andy, unico corridore a stelle e strisce nell'albo d'oro di trionfatori del Giro
di PIER BERGONZI
Gazzetta.it, 27 aprile 2017
Ci sono edizioni del Giro d’Italia che hanno la faccia stessa del campione che le ha dominate. Altre sono legate, necessariamente, a una tappa che le caratterizza. Pensiamo al 1949 della Cuneo-Pinerolo o al 1956 del Bondone.
Ecco, il Giro del 1988 è il Giro della nevicata sul Gavia e di quell’arrivo dantesco di Bormio, con Andy Hampsten nella scia di Erik Breukink e poi una lunga è lenta litania di corridori trasformati in statue di ghiaccio. Hampsten sfila la maglia rosa dalle spalle di “Coppino” Chioccioli e mette solide fondamenta alla sua conquista del Giro. Torriani apre con lo spettacolare circuito delle Mura di Urbino. Un prologo di 9 chilometri che è già una vera cronometro. La vince Jean-Francois Bernard, francesino di grande talento battezzato troppo in fretta come l’erede diretto di Hinault. A Rodi Garganico, il gruppo lascia spazio alla fuga di Massimo Podenzana e lo spezzino, che sarà poi uno dei gregari di fiducia di Marco Pantani, si prende la tappa e la soddisfazione di vestire la maglia rosa per 9 giorni. La cede a Selvino, dove vince Andy Hampsten, ma al comando va Franco Chioccioli.
UNA TAPPA EPICA — Il Giro si decide nella leggendaria giornata del Gavia. In menu c’è la Chiesa di Valmalenco-Bormio. Al via piove e dal Gavia arrivano le avvisaglie di una nevicata. Ma sono in azione gli spazzaneve e all’organizzazione viene garantito che si passa. Scollina per primo Van der Velde, poi Breukink, Hampsten e Zimmermann. Il termometro segna meno cinque gradi e dalla vetta del Gavia (2.621 metri di quota) al traguardo di Bormio mancano ancora 24,2 chilometri. Van der Velde ha la maglia ciclamino a maniche corte e dopo i primi tornanti della discesa ghiacciata deve fermarsi. Le sue mani sono congelate, le braccia sono bloccate. Arriverà al traguardo con oltre 45 minuti di ritardo. Hampsten ben coperto va giù deciso. Erik Breukink lo raggiunge e lo passa a 5 chilometri dall’arrivo per vincere con 7” sull’americano che va in rosa. Terzo è il bresciano Tomasini a 4’55”. Chioccioli taglia il traguardo tremando a 5’04”, Bernard a 9’21” e Visentini a oltre mezz’ora. Breukink sarà per sempre il “Lupo del Gavia”. Hampsten legittima il suo successo finale dominando la cronoscalata del Vetriolo e rispondendo a un attacco a lunga gittata di Urs Zimmermann nella tappa di Arta Terme. Andy è il primo americano in rosa.
USA E... RUSSIA — PS: quell’anno la corsa dei professionisti è preceduta dal Giro dei dilettanti che si conclude lo stesso giorno a Vittorio Veneto. Lo vince il russo Dimitri Konyshev, che grazie alla Perestroika, la nuova apertura politica di Gorbaciov, passerà tra i grandi dal 1989 con la prima formazione professionistica sovietica. Su quello storico palco del Giro 1988 salgono quindi un americano (Hampsten) e un rappresentante di quella che si chiamava ancora Unione Sovietica (Konyshev).
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