BARONCINI: «Io, miracolato».


2 Sep 2025 - La Gazzetta dello Sport
Caduto il 6 agosto in Polonia, forse oggi le dimissioni dal Niguarda: «Ho capito di aver rischiato la vita»

Fino a quando mi hanno sedato, ricordo tutto della caduta 
Voglio che questa sia la svolta definitiva, ho una grinta non comune 

di Ciro Scognamiglio 

MILANO - Mercoledì scorso Filippo Baroncini ha mangiato qualcosa di solido, un po’ di pasta, e la cosa va catalogata alla voce vittoria visto che era la prima volta dopo tre settimane. Ospedale Niguarda di Milano, settore est, secondo piano. Reparto di neurochirurgia, in fondo al corridoio a destra, stanza doppia, postazione numero 18: sta lì Filippo, è seduto al tavolino di fronte al suo letto e sorride, nonostante tutto. «Sì, perché sono vivo per miracolo. Non l’avevo capito subito, ma pian piano ne sto cominciando ad avere la percezione», spiega il 25enne romagnolo della Uae-XRG che ha passato (anche) il compleanno del 26 agosto da ricoverato: venti giorni prima, il 6, il terribile incidente in gara al Giro di Polonia, quando era finito contro un muretto a 60 all’ora: portato in ospedale prima in Polonia, è stato trasferito con un volo privato al Niguarda dove è stato sottoposto a operazioni complesse. Prima per il fissaggio di due vertebre dorsali, poi un maxi intervento – durato 11 ore – maxillofacciale e neurochirurgico. Baroncini, iridato Under 23 del 2021, a giugno vincitore del Giro del Belgio, è stato con gradualità svegliato dal coma indotto (ci era rimasto per due settimane) e ora sta migliorando velocemente, stupendo i medici: «Tornerò a correre. Più forte di prima». A breve, proprio oggi o al massimo domani, potrebbe essere dimesso e tornare a casa.

- Baroncini, ricorda qualcosa dell’incidente?

«Quasi tutto. Fino a quando, in pratica, sono stato sedato. C’era Diego Ulissi davanti a me, e anche un altro corridore. Era una sezione di discesa brutta, perché molto stretta. A quel punto...».

- Che cosa è successo?

«In pratica, è apparsa una curva abbastanza secca e lì ho preso la ghiaia. Ho sbattuto, rimbalzando, e nel tornare indietro ho toccato pure un po’ le vertebre. E ho provato dolore».

- Di cos’altro ha avuto percezione?

«Ho sentito subito l’impatto alle costole, perché facevo fatica a respirare. Le gambe le muovevo bene, da quel punto di vista ero tranquillo. Ma in faccia sentivo che c’era qualcosa che non andava. E meno male che per una questione di millimetri non è successo niente agli occhi...».

- Fortuna nella sfortuna: si può dire?

«Nel fatto di non avere avuto serie lesioni interne, per esempio, sicuramente sì. Questo ha aiutato e mi aiuterà. E poi, il fatto di essere stato assistito al meglio anzitutto in Polonia, nonostante mi abbiano poi detto che si trattasse di una struttura piccola, e soprattutto qui al Niguarda».

- Ha qualche ringraziamento in particolare che vuole fare?

«Dovrei citare diversi nomi. A cominciare da Gabriele Canzi, primario della chirurgia maxillo facciale (proprio ieri ha visitato di nuovo Filippo; ndr); Davide Colistra, neurochirurgo; Valeria Terzi, rianimatrice della terapia intensiva; Giampaolo Casella, responsabile della struttura di anestesia e rianimazione; Pietro Giorgi, dirigente del settore di ortopedia e traumatologia, che si è occupato della schiena».

- Quanto è stato importante l’affetto e il sostegno dei suoi cari?

«Lo definirei fondamentale, decisivo. Papà Carlo ha preso un appartamento in affitto vicino all’ospedale, mamma Lara ha fatto avanti e indietro dalla Romagna. Mio fratello Matteo, che da poco ha fatto pure lui un intervento chirurgico qui, per sistemare una clavicola. Alessia, la mia ragazza. E Luca Mazzanti, che segue da vicino, e da sempre, la mia carriera».

- E la squadra?

«È stata davvero eccezionale. Si è messa a disposizione sempre e costantemente, non facendo mancare nulla. I compagni, compreso Tadej Pogacar, mi hanno fatto sempre sentire il loro appoggio (nei giorni scorsi Alessandro Covi è passato al Niguarda; ndr). E quanto allo staff, le dico che assieme al team principal Mauro Gianetti è venuto a trovarmi il nostro presidente Matar. Apposta per me, dagli Emirati».

- Come immagina i prossimi mesi?

«Io avrei voglia di bruciare i tempi, ma allo stesso tempo so che non devo farlo. So che il recupero deve seguire i tempi giusti, ed è al mio livello che devo tornare. Bisogna controllare bene la bocca, la mandibola, la futura postura. Senza dimenticare che, inevitabilmente, ho perso tanta massa e tanto peso».

- È vero che... i medici devono quasi frenarla adesso?

«Sì, perché come le dicevo il desiderio di rimettersi in tempi rapidi c’è. Penso che sia normale. Però sono consapevole del percorso che mi aspetta e sono pronto ad affrontarlo».

- Crede di avere un credito aperto con la sorte, visti i tanti infortuni?

«Vero, sono stati diversi, però mai seri come questo incidente. Sinceramente non è un qualcosa a cui mi capita di pensare, tantomeno adesso. Anche perché è inutile. Non si tratta di avere crediti o debiti, né tantomeno di riflettere troppo su quello che è già successo. Non mi riferisco solo alle cadute, ma pure a episodi come quella foratura nel finale del campionato italiano del 2023, che avrei potuto vincere. Devo e voglio guardare avanti».

- Ha un auspicio?

«Mi vedo tra qualche mese davanti a uno specchio, riflettere e dire tra me e me “che animale che sono”. Nel senso della grinta, della voglia di rimettermi a posto. Ci sono dei conti in sospeso da saldare. Sarà la svolta, questa, la svolta definitiva. Per ritornare, e alla grande».

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Quattro anni fa iridato Under 23 davanti a Girmay

Leuven, Belgio, 24 settembre 2021, dunque quasi 4 anni fa: Filippo Baroncini si laurea campione del mondo Under 23 con una perfetta azione da finisseur nel finale. Alle sue spalle, a due secondi, sul podio l’eritreo Biniam Girmay (argento) e l’olandese Olav Kooij (bronzo)

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IDENTIKIT

Nato a Massa Lombarda (Ravenna) il 26 agosto 2000, da Under 23 è stato campione del mondo 2021 a Leuven, in Belgio. Pro’ dal 2022 con la Trek-Segafredo, dal 2024 è alla Uae-XRG, con cui ha allungato il contratto fino al 2027. Settimo al tricolore 2023 in linea, 2° in quello a crono del 2025 alle spalle di Ganna, conta 2 successi da pro’: la Super 8 Classic nel 2024, in Belgio, e la classifica finale del Giro del Belgio nel 2025.

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