Schnelle Beine: Die Geschwindigkeit soll das neue
St. Pauli von dem der Vorsaison unterscheiden.
Zuletzt war ST. PAULI das langsamste Team der Liga. Nun erhöhen die Neuzugänge das Tempo. Trotzdem wird es wieder schwierig.
«Nicht alle sagen: Auf den wäre ich auch gekommen.»
- Andreas Bornemann über seine Transfers
Eines ist Oke Göttlich ausgesprochen wichtig wenn er einen Blick in die Zukunft wirft, und deshalb sendet St. Paulis Präsident eine Botschaft vorweg aus: „Wir sind nicht ambitionslos." Dann folgen Ausführungen, von denen er fürchtet, dass ihm diese als Ambitionslosigkeit ausgelegt werden könnten. „Für den FC St. Pauli", sagt der 49-Jährige, „wäre auch in den kommenden Jahren die Relegation ein Erfolg. Weil sie uns die Chance bieten würde, über zwei Spiele die Bundesliga zu halten." Und genau das ist sein Ziel - der Musikunternehmer will den Stadtteilklub fest im Oberhaus etablieren.
Göttlich, Jahrgang 1975, war früher selbst St.-Pauli-Fan. Unter seiner Regie ist der Verein wirtschaftlich stabil wie noch nie, hat mit der Gründung einer Genossenschaft als Pionier ein Ausrufezeichen gesetzt und das finanzielle Fundament erweitert. Und doch verweist der Präsident auf die Zeit von 1988 bis 1991. „Nie zuvor und nie wieder danach hat es St. Pauli geschafft, zweimal nach einander den Klassenerhalt in der Bundesliga zu erreichen, also drei Jahre am Stück erstklassig zu sein." Genau das ist sein Ziel. Mindestens. Und das ist durchaus ambitioniert.
Denn obwohl der Kiez-Klub in seine zweite Bundesliga-Saison geht, sind die Voraussetzungen vergleichbar mit denen im Vorjahr. Vergleichbar schwierig. Im Sommer 2024 hatte St. Pauli nach dem Aufstieg Erfolgstrainer Fabian Hürzeler (Brighton & Hove Albion) und Top-Scorer Marcel Hartel (St. Louis City) verloren. Nach der Klassenverbleib-Party blieb dieses Mal zwar Trainer Alexander Blessin, obwohl sein Name in verschiedenen Klubs diskutiert wurde, mit Morgan Guilavogui (sechs Tore, zwei Vorlagen) aber ging wieder der Top-Scorer - und mit ihm die offensiven Stammkräfte Noah Weißhaupt und Elias Saad, dazu Leistungsträger Philipp Treu.
Der Fall Guilavogui ist beispielhaft dafür, wo St. Pauli nach der kontinuierlichen und bemerkenswerten Aufwärts-Entwicklung der zurückliegenden fünf Jahre aktuell steht: Einerseits ist der Verein mittlerweile auf e i n e m Niveau angekommen, dass er in der Lage war, die festgeschriebene Kaufoption für den von RC Lens zuvor ausgeliehenen Angreifer zu ziehen. Halten aber konnten die Hamburger den Guineer doch nicht, weil Lens vom Rückkaufrecht Gebrauch machte. Und auch dieser Vorgang ist sinnbildlich: Wirtschaftlich wurde ein Plus von annähernd 1,5 Millionen Euro erzielt, das mittelfristig hilft, nächste Schritte zu gehen - kurzfristig aber muss wieder improvisiert werden. Gleiches gilt für die Personalie Treu: Vor zwei Jahren ablösefrei aus Freiburg geholt, geht dieser nun nach fulminanter Entwicklung für 5.5 Millionen Euro zurück zu seinem Ausbildungsklub. Wirtschaftlich ist das ein herausragender Deal, sportlich eine erhebliche Schwächung.
Andreas Bornemann hatte schon unmittelbar nach Saisonende geahnt, dass der Sommer arbeitsintensiv werden würde, und daher angekündigt: „Wir werden wieder Spieler verpflichten, bei denen nicht alle sagen: Auf den wäre ich auch gekommen." Es kamen unter anderem ein Beniner aus England (Andreas Hountondji), ein weiterer Stürmer aus der englischen 3. Liga (Ricky-Jade Jones), ein Franzose mit portugiesischen Wurzeln (Mathias Pereira Lage und ein Japaner aus Belgien (Joel Chima Fujita). Blessin ist trotz der bunten Auswahl seines Sportchefs zufrieden. Weil das, was wild zusammengewürfelt erscheint, dem entspricht, was er sich gewünscht hatte: St. Pauli wird durch die Neulinge schneller.
2024/25 war sein Team nach Datenauswertung das langsamste, und der Trainer, geprägt durch seine Ausbildung in der RB-Schule, macht kein Hehl daraus, dass er nicht vollumfänglich den Fußball spielen lassen konnte, der ihm vorschwebt. „Wir konnten häufig Umschaltaktionen nach h o h e n Ballgewinnen nicht gut ausspielen, weil uns Speed gefehlt hat." Dieses Manko sieht der 52-Jährige behoben: „Die Neuen bringen richtig Tempo mit."
Die Geschwindigkeit soll das neue St. Pauli von dem der Vorsaison unterscheiden - ansonsten würde Blessin gern ein Abziehbild auflegen. Seine Vorgabe, kompakt und unangenehm zu verteidigen, hat die Mannschaft eindrucksvoll umgesetzt. Mit lediglich 41 Gegentoren stellte der Aufsteiger die zweitbeste Abwehr hinter dem Meister FC Bayern, und der gebürtige Stuttgarter kündigt an: „Unsere Herangehensweise und unsere Art von Fußball sollen und wer den sich nicht verändern." Sein St. Pauli, das hatte er schon vor einem Jahr angekündigt, soll unangenehm sein. Und gleichzeitig ambitioniert. Damit am Ende der Spielzeit ein Stück Geschichte geschrieben und zum zweiten Mal in der Vereinshistorie die dritte Bundesliga-Saison in Folge geplant werden kann. Zur Not auch über den Umweg Relegation.
SEBASTIAN WOLFF
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Speeeeeeed
Gambe veloci: la velocità dovrebbe distinguere il nuovo St. Pauli da quello della stagione precedente.
Ultimamente il ST. PAULI è stata la squadra più lenta del campionato. Ora i nuovi acquisti aumentano il ritmo. Tuttavia, sarà di nuovo difficile.
«Non tutti dicono: ci avrei pensato anch'io».
- Andreas Bornemann sui suoi trasferimenti
Una cosa è estremamente importante per Oke Göttlich quando guarda al futuro, ed è per questo che il presidente del St. Pauli invia un messaggio preventivo: «Non siamo privi di ambizioni». Seguono poi alcune considerazioni che teme possano essere interpretate come mancanza di ambizione. “Per il St. Pauli”, dice il 49enne, “anche nei prossimi anni il play-out sarebbe un successo. Perché ci darebbe la possibilità di giocarci in due partite la possibilità di restare in Bundesliga”. Ed è proprio questo il suo obiettivo: l'imprenditore musicale vuole affermare il club di quartiere nella massima serie.
Göttlich, classe 1975, era lui stesso un tifoso del St. Pauli. Sotto la sua guida, il club è più stabile che mai dal punto di vista economico, ha fatto da pioniere con la fondazione di una cooperativa e ha ampliato le proprie basi finanziarie. Eppure il presidente fa riferimento al periodo dal 1988 al 1991. “Mai prima e mai più dopo il St. Pauli è riuscito a mantenere la massima divisione per due stagioni consecutive, ovvero a restarci per tre campionati in fila”. Questo è il suo obiettivo. Come minimo. E si tratta di un obiettivo decisamente ambizioso.
Perché anche se il club di quartiere entra nella sua seconda stagione consecutiva in Bundesliga, le condizioni sono simili a quelle dell'annata precedente. Altrettanto difficili. Nell'estate del 2024, dopo la promozione, il St. Pauli aveva perso l'allenatore Fabian Hürzeler (passato al Brighton & Hove Albion) e il capocannoniere Marcel Hartel (St. Louis City). Dopo la festa per la permanenza in prima divisione, stavolta l'allenatore Alexander Blessin è rimasto, anche se il suo nome era stato fatto per diversi club, ma con Morgan Guilavogui (sei gol, due assist) se n'è andato di nuovo il capocannoniere della squadra - e con lui gli altri titolari dell'attacco Noah Weißhaupt ed Elias Saad, oltre a un giocatore-chiave come (il terzino destro) Philipp Treu.
Il caso-Guilavogui è esemplificativo della posizione attuale del St. Pauli dopo il continuo e notevole sviluppo positivo degli ultimi cinque anni: da un lato, il club ha ormai raggiunto un livello tale da poter esercitare l'opzione di acquisto fissata per l'attaccante precedentemente ceduto in prestito dal Lens. Tuttavia, il club amburghese non è riuscito a trattenere il guineano perché il Lens ha esercitato il diritto di riacquisto. Anche questo episodio è emblematico: dal punto di vista economico è stato realizzata una plusvalenza di circa 1,5 milioni di euro, che a medio termine aiuterà a compiere i prossimi passi, ma a breve termine renderà necessario improvvisare di nuovo. Lo stesso vale per il caso-Treu: acquisito due anni fa a parametro zero dal Friburgo, dopo una brillante crescita, per 5,5 milioni di euro torna al club che lo ha formato. Dal punto di vista economico si tratta di un ottimo affare, ma dal punto di vista sportivo è un notevole indebolimento.
Andreas Bornemann aveva intuito già subito dopo la fine della stagione che l'estate sarebbe stata intensa dal punto di vista lavorativo e aveva quindi annunciato: “Ingaggeremo nuovamente giocatori che non tutti considerano come una scelta ovvia”. Sono arrivati, tra gli altri, un beninese dall'Inghilterra (Andreas Hountondji), un altro attaccante dalla terza divisione inglese (Ricky-Jade Jones), un francese con origini portoghesi (Mathias Pereira Lage) e un giapponese dal Belgio (Joel Chima Fujita). Blessin è soddisfatto nonostante la variegata selezione del suo direttore sportivo. Perché quello che sembra un miscuglio casuale corrisponde a ciò che (l'allenatore stesso) desiderava: grazie ai nuovi arrivati, il St. Pauli diventa più veloce.
Secondo l'analisi dei dati, nel 2024/25 la sua squadra era la più lenta e l'allenatore, influenzato dalla sua formazione nella scuola-Red Bull, non nasconde che non è riuscito a far giocare pienamente il calcio che aveva in mente. “Spesso non siamo riusciti a sfruttare bene le azioni di transizione dopo aver conquistato la palla in avanti perché ci mancava velocità”. Il 52enne ritiene che questa lacuna sia stata colmata: “I nuovi arrivati portano davvero velocità”.
La velocità dovrebbe distinguere il nuovo St. Pauli da quello della stagione precedente, altrimenti Blessin vorrebbe metterne in campo una copia-carbone. La sua direttiva di difendere in modo compatto e scomodo è stata attuata in modo impressionante dalla squadra. Con solo 41 gol subiti, la neopromossa ha ottenuto la seconda miglior difesa dietro al Bayern campione, e il nativo di Stoccarda annuncia: “Il nostro approccio e il nostro modo di giocare a calcio non devono cambiare”. Il suo St. Pauli, come aveva già annunciato un anno fa, deve essere scomodo. E allo stesso tempo ambizioso. In modo che alla fine della stagione si possa scrivere un (altro) pezzo di storia e pianificare per la seconda volta nella storia del club la terza stagione consecutiva in Bundesliga. Se necessario, anche attraverso la deviazione del play-out.
SEBASTIAN WOLFF
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Auch mal bereit für Zugeständnisse
Auch mal bereit für Zugeständnisse Während seiner zwei Stationen in Belgien, bei KV Oostende und Union Saint-Gilloise, ist er gleich zweimal zum Trainer des Jahres gewählt worden. Zu einer vergleichbaren Auszeichnung brachte es Alexander Blessin (52) in Hamburg noch nicht, und doch vollbrachte er in seinem Premierenjahr als Bundesliga-Coach Bemerkenswertes.
Der frühere Stürmer, als Coach ausgebildet im Nachwuchs von RB Leipzig, hat vom ersten Tag der Vorbereitung an einen anderen, auf Kompaktheit und Arbeit gegen den Ball ausgerichteten Stil zu implementieren versucht. Das war bei einem mit Ballbesitz erfolgreichen Aufstiegskader nicht ohne Reibung möglich, die von ihm mit Weitsicht gesetzte Akzentuierung aber erwies sich als genau richtig. Hinzu kam eine gute Balance bei der Umsetzung seiner Idee: Er machte Zugeständnisse bei der taktischen Ausrichtung und kehrte früh zum innerhalb der Mannschaft favorisierten 3-4-3-System zurück, wich aber keinen Zentimeter von seinen Prinzipien ab und entwickelte St. Pauli im Verlauf der Saison zudem spielerisch weiter. Auch deshalb war der Schwabe nach geschafftem Klassenerhalt im Sommer andernorts gehandelt.
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ALEXANDER BLESSIN
Pronto anche a fare concessioni
Durante le sue due esperienze in Belgio, all'Ostenda e all'Union Saint-Gilloise, è stato eletto due volte Allenatore dell'anno. Alexander Blessin (52) non ha ancora ottenuto un riconoscimento simile ad Amburgo, ma nel suo primo anno come allenatore in Bundesliga ha comunque ottenuto risultati notevoli.
L'ex attaccante, formatosi come allenatore nelle giovanili del Lipsia, ha cercato fin dal primo giorno di preparazione di implementare uno stile diverso, incentrato sulla compattezza e sul lavoro senza palla. Ciò non è stato possibile senza attriti in una squadra promossa con successo grazie al possesso palla, ma l'enfasi da lui posta con lungimiranza si è rivelata proprio quella giusta. A ciò si è aggiunto un buon equilibrio nella realizzazione della sua idea: ha fatto concessioni nell'orientamento tattico ed è tornato presto al sistema 3-4-3 preferito dalla squadra, ma non ha deviato di un centimetro dai suoi princìpi e ha continuato a sviluppare il gioco del St. Pauli nel corso della stagione. Anche per questo motivo, dopo aver mantenuto la categoria in estate, lo svevo ha cercato altrove.
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