SEVENTIES - Dave Thomas, il vento che accarezza l'erba


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di Christian Giordano © - Indiscreto.it ©
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Se c’è un posto dove più adorano le ali, quello è il Loftus Road. Là impazziscono a vedere uno che s’invola sull’out, ne manda al bar un paio fintando e poi la mette in mezzo a tutta birra. E se c’è un'ala che al Loftus Road più hanno adorato, quella è DAVE THOMAS

A irrinunciabile corredo del mito, i calzettoni alla cacaiola e la totale idiosincrasia ai parastinchi. Per dirla alla Ken Loach, forse l'ultimo baluardo del director socialmente non solo impegnato ma pure utile, il suo modo di giocare era come il vento che accarezza l’erba. Un refolo di libertà, e rivoluzionario per davvero.

Nato il 5 ottobre 1950 a Kirkby-in-Ashfield, contea del Nottinghamshire, comincia nel Burnley nell’estate del 1966.

A neanche sedici anni, gli pronosticano già un futuro nell’Inghilterra. E ancor prima di firmare per i Clarets, lui il Turf Moor lo aveva già calcato la nazionale giovanile.

Aggregato alle riserve, all’ultima giornata, per l’infortunio di Ralph Coates, gli assegnano la maglia numero 11 e il 13 maggio 1967 debutta in casa contro l’Everton. A sedici anni e 220 giorni è il più giovane esordiente in First Division nella storia del club e il secondo di sempre, 46 giorni più anziano del leggendario Tommy Lawton che la sua prima partita in Second Division l'aveva giocata negli anni Trenta.

La prova del fuoco non gli vale però un posto fra i grandi l’anno seguente, terminato alzando la FA Youth Cup da mezzala, con Steve Kindon ala sinistra.

Ceduto Willie Morgan al Manchester United, Thomas diventa titolare in prima squadra nel 1968-69. Con lui, in quell’autunno arrivano anche lo stesso Kindon e contestualmente otto vittorie consecutive. A ottobre, dopo averlo ammirato asfaltare 5-1 il suo Leeds United, Don Revie si fa scappare la frizione dell’entusiasmo: «Quel ragazzino è la migliore promessa del Regno Unito e forse d’Europa».

Esagera, il mai placido Don, ma Thomas il suo primo cap nell’Inghilterra Under 23 se lo infila ad appena 19 anni e mezzo. Con il Burnley retrocesso dalla massima divisione nel 1971, Dave sembra però aver perso l'antico smalto. Le voci che lo vogliono in contrasto col manager Jimmy Adamson trovano conferma nell’ottobre 1972, quando viene ceduto al Queens Park Rangers per 165 mila sterline, cifra-record per un club di Second Division.

In un colpo, al primo tentativo, si vendica della sua ex squadra e ripaga la fiducia dei Londoners trascinandoli al secondo posto che vale l’ascesa in First Division nel 1973. Il rendimento col QPR gli porta, il 30 ottobre 1974, la prima delle sue otto presenze (tutte da titolare) nell’Inghilterra dei grandi. Lo convoca, indovinate chi, Don Revie: quello degli sperticati elogi dopo le cinque pere buscate col Leeds contro il Burnley. E per ripagare la fiducia Dave al primo pallone manda in gol il cavallone Mick Channon nel 3-0 sulla Cecoslovacchia.

Nello storico campionato 1975-76 salta solo una partita nei Rangers, secondi dietro il Liverpool per un punto. La sua miglior stagione coincide con la più bella del club. La squadra, imperniata sui suoi cross, sulle magie di Stan Bowles e sui gol di Gerry Francis, resta in testa per gran parte del torneo, ma cede all’ultima giornata.

Come ogni apice, è l’inizio della fine. Sua e di quel gran QPR. Nel ’77 l’arrivo di Leighton James lo costringe a giocare da interno, dove non può rendere come all’ala. E così, dopo un altro anno a Londra e 29 gol in 182 gare coi ’Gers, torna a nord-ovest, sulla sponda blu del Mersey, per portare l’Everton al terzo posto nella Division One 1977-78. Con lui a rifornirlo dalla fascia, Bob Latchford segna 30 gol.

Nel 1979 rinuncia al Man Utd (!) per il Wolverhampton, che per averlo scuce quasi 400 mila sterline, ma non funziona. Ai Wolves - racconterà poi - non aggrada che giochi coi calzettoni abbassati, senza parastinchi e coi tacchetti di gomma.

Finisce nelle riserve, e così nell’estate del 1981 attraversa l’Atlantico per giocare nella NASL con i Vancouver Whitecaps già orfani, dopo appena un anno, del totem olandese Ruud Krol.

Dopo la breve parentesi al Middlesbrough, vince col Portsmouth la Third Division. Prova anche ad allenare le giovanili, prima nello stesso club della south coast poi al Brentford, ma non fa per lui.

Lasciato il calcio dopo quasi 20 anni di carriera e 450 presenze in campionato, insegna educazione fisica alla Bishop Luffa School di Chichester, nel Sussex occidentale. Ora è in pensione e come giardiniere cura prati all’inglese.

Per il vento abituato ad accarezzarla, il finale più bello: il profumo dell’erba anche quando non puoi più volarci sopra. Al Loftus Road, gente così, non se la dimenticano.
Christian Giordano, Indiscreto.it



A 50 anni, nel 2016, in un controllo oculistico di routine (mai effettuato da giocatore), gli è stato risocntrato un glaucoma. Oggi, semicieco, Dave Thomas si muove con il cane-guida Hannah. 
Vive con la moglie Brenda in a cottage vicino a Barnard Castle nel County Durham.

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