SALVADOR, IL TESTIMONE DI SAPPADA



Toni Frigo, La Tribuna di Treviso - 29/05/2018 

La tappa di Sappada è passata alla storia per un «tradimento», quello di Stephen Roche ai danni di Roberto Visentini, già vincitore di un Giro e capitano della Carrera guidata da Boifava e Quintarelli. Tutto nacque nella discesa dal Passo Rest, quando Ennio Salvador, che già era in fuga, indispettito da fatto di essere stato raggiunto, si lanciò come una furia dal Gpm, portandosi dietro l’irlandese e Bagot. 

«Correvo sulle strade di casa - racconta Salvador, che è di Cordignano e ha un bel negozio di bici a Sacile in cui troneggia la foto di quel giorno - Cercavo la vittoria di tappa. Sì. quello che ha provocato il casino sono stato io. Ma mica sapevo che in Carrera stava per scoppiare la guerra... Provai a vincere quella tappa buttandomi come un pazzo in una discesa da pazzi... Pericolosissima perché non aveva guard rail e ti costringeva a rilanciare dopo ogni tratto a capofitto. E ci cascò pure Roche, che correva agile e non faticava a tenermi la ruota. Uscì di carreggiata, dovette mettere giù il piede e ripartire. L’ho aspettato perchè poi la discesa finiva ed era meglio essere in tre invece che in due quando arriva il momento di pedalare». 

- Alcuni pensarono che i due avessero concordato l’azione, ma Salvador nega.

«Ma no, i francesi mi avevano raggiunto quasi in cima. Ho scollinato con i primi cinque o sei, mi son buttato giù a tutta insieme a Bagot e Roche e dietro di me hanno iniziato a cadere, è toccato anche a Fondriest. A metà di quella discesa c’è una piccola salita. Bagot lì si è staccato o, chissà, era caduto. Io mi sono ritrovato con 1’20” sugli inseguitori assieme a Roche, mentre, ma l’ho saputo solo dopo, alle spalle succedeva di tutto, specie in Carrera. Tiravo di più io, mentre lui si limitava a fare un centinaio di metri in testa e poi tornava dietro. Non poteva farsi vedere che tirava».

- Che in Carrera ci fosse un clima strano si sapeva. 

«C’era un po’ di rivalità tra Roche e Visenta. O meglio: Visentini voleva essere il capitano indiscusso e Roche mordeva il freno. Roche mi ha solo seguito in discesa, la Carrera ha tirato per prenderlo. E mica tutta. La squadra era già metà e metà. Quel giorno il suo amico Schepers si è rifiutato di corrergli contro. Con sè Roche aveva anche Millar». 

- Ma ci fu anche un balletto delle ammiraglie Carrera. Davanti c’era quella di Quintarelli, ex direttore sportivo della Quarella per cui Salvador aveva corso da dilettante, dietro invece c’era Boifava (che per i casi della vita oggi è il direttore sportivo di Enrico, figlio di Ennio, alla Biesse Carrera Giavardo). 

«Quintarelli veniva a parlare con Roche, ma tranquillamente. Ve lo potrebbe confermare lui ero io a tirare la fuga ».

- Salvador in passato lo ha anche confessato: lui tifava un po’ per l’irlandese. 

«Ma solo perchè al secondo Tricolore vinto da Corti mi aveva lasciato intendere che mi avrebbe dato una mano, ma poi non aveva mantenuto la parola. Arrivai quarto per colpa sua. Su Roche non posso dire molto, ma era una persona onesta, tranquilla. Di parola. Ogni tanto lo trovo ancora, in giro. E si parla. Visentini non era uno che si tirava indietro, nessun privilegio, correva il giusto, tirava sempre. Ma Roche è più di parola».

- E di lui, Ennio, che si dice tra gli ex colleghi? 

«Sono abbastanza amico di tutti, Di più con gli ex compagni di squadra. Io non mi sono mai tirato indietro, al momento di tirare e se sei di parola gli amici non mancano». 

- Come finì quel giorno? Che la fuga dei due non andò in porto.

«Ci hanno presi nella salita che precede Sappada e in paese è scattato il mio compagno di squadra, Johan Van der Velde, che è andato a vincere anticipando tutti gli altri. Era matto, forte e ha vinto anche il giorno dopo». 

Il Giro continuò con Roche in Rosa. Visentini si ritirò alla vigilia dell’ultima tappa, la crono di St.Vincent che fu vinta proprio da Roche. Quell’anno lo scoiattolo irlandese vinse anche il Tour e il Mondiale austriaco di Villach, mettendo insieme il triplete. Ora organizza vacanze a Maiorca, dove accompagna a spasso schiere di ricchi vacanzieri ciclisti. Visentini manda avanti la ditta di pompe funebri di famiglia. 
Toni Frigo, La Tribuna di Treviso

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