Bob Pettit, il fuoriclasse fai da te
di CHRISTIAN GIORDANO
Alto 2.04 per poco più di 97 kg Bob Pettit, anche dopo i 30 punti a partita del suo anno da senior a Louisiana State University, era considerato troppo leggerino per la NBA. Dicevano non saltasse abbastanza e che pareva sgraziato, tuttavia i Milwaukee Hawks lo scelsero al primo giro nel draft del 1954 meditando di spostarlo dalla posizione di centro, dove aveva giocato a LSU, a quella all'angolo.
Pettit cominci subito a darsi da fare per imparare il nuovo ruolo. Sviluppò nuovi movimenti da usare fronte a canestro per liberarsi ed eseguire quel tiro in sospensione che raramente sbagliava e si sottopose a un programma di potenziamento fisico in vista della lunga, difficile stagione professionistica. Al momento di entrare nella NBA, era pronto. Era ormai un'ala vera, e stava per volare.
Con un impatto da 20 punti e 14 rimbalzi a partita Pettit vinse il premio di Rookie of the Year e fu subito titolare nell'All-Star Game. L'anno seguente gli Hawks si trasferirono a St. Louis e Pettit guid la Lega sia nei punti sia nei rimbalzi, impresa permiata col trofeo di MVP della Lega.
Bob giocò per undici anni nella NBA, tutti con gli Hawks e nei primi dieci rimase sempre tra i top five sia nei punti sia nei rimbalzi, striscia conclusasi solo nella sua ultima stagione e per via di un infortunio che lo costrinse a giocare soltanto 50 partite. Titolare all'All-Star Game per dieci anni e membro del secondo quintetto nel suo ultimo anno nella Lega, Pettit ha vinto due premi di MVP del campionato e quattro come Miglior giocatore della Partita delle Stelle. Non male per uno che il meglio di sé lo dava nei playoff. Nel 1958, segnando 50 punti nella sesta e decisiva partita Pettit riuscì nell'impresa delle imprese: battere i Celtics in finale per regalare agli Hawks il loro unico titolo NBA.
Pettit era un maestro nel trovare la posizione, usava ogni astuzia per arrivare a essere un grande rimbalzista e il suo jump shot era il migliore della NBA. Quando Bob disse basta, nel 1965, con una media in carriera di 26.4 punti e 16.1 rimbalzi per gara, con lui se ne andava il primo realizzatore ogni epoca, traguardo che ha dellincredibile per un ragazzino scartato dalla squadra del suo liceo.
Da ragazzino, cresciuto a Baton Rouge, in Louisiana, Robert Lee Pettit Jr. era così goffo da non riuscire a far parte della squadra parrocchiale. Da sophomore (secondo anno) all'high school era stato tagliato dalla varsity, ma trascorse ore e ore a tirare a canestro nel cortile dietro casa. Riuscì a entrare in squadra l'anno dopo e continuò a migliorare per tutta la carriera, al liceo, al college e nella NBA.
Quando Pettit lasci la NBA per andare a lavorare in banca, ripensando ai giorni della sua fanciullezza ricordava di aver trascorso, a undici anni, un'intera stagione senza segnare neanche un punto.
Annata-no più che compensata diventando poi il primo nella storia del basket pro' a segnarne (almeno) 20.000.
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