Stephen Roche la carriera ed il “triplete” 1987



Stephen Roche nasce a Dublino il 28 novembre 1959 secondo di sei figli fin da piccolo dimostra di avere un feeling speciale con la bicicletta.

Il giovane irlandese si alterna tra ciclismo con il club “Orwell Wheelers” allenata da Noel O’Neill di Dundrum ed il lavoro. Nel 1977 si laurea campione irlandese junior e nel 1979 fa su la mitica Rás Tailteann , breve corsa a tappe irlandese che richiama un festival gaelico nell’Irlanda del primo medioevo.

Al termine del suo apprendistato come operatore su macchine in un caseificio a Dublino, Roche si unisce alla squadra amatoriale dell’Athletic Club de Boulogne-Billancourt a Parigi per prepararsi alle Olimpiadi del 1980 a Mosca.

Con i colori della nuova squadra, l’irlandese Stephen Roche trionfa alla Paris-Roubaix Espoirs andando in fuga con Dirk Demol e volando verso la vittoria sulla pista di Roubaix . Roche prima della partenza confida al suo direttore sportivo “se non vinco oggi rimandatemi in Irlanda”. Stephen sale suo podio della Paris-Ezy e conclude al 14 ° posto assoluto nella corsa a tappe Sealink International, vinta da Bob Downs. Sembra tutto pronto per ben figurare alle Olimpiadi di Mosca 1980 ma per via di un infortunio al ginocchio l’irlandese non ottiene risultati nella prova a cinque cerchi.

Stephen Roche passa professionista con la Peugeot

Nel 1981 arriva l’accordo con la Peugeot per passare professionista e l’irlandese dimostra di non patire troppo il passaggio di categoria. Vince una tappa e la classifica generale del Giro di Corsica battendo Bernard Hinault e meno di un mese dopo diventa il primo neo-professionista a conquistare la Parigi-Nizza precedendo Adrie van der Poel. Nello stesso anno conquista il Circuit d’Indre-et-Loire davanti a Patrick Friou, l’Etoile des Espoirs e arriva secondo al GP delle Nazioni dietro ad Hinault.

Il 1982 non è un anno molto fortunato, Roche ottiene solo un secondo porto all’Amstel Gold Race alle spalle di Jan Raas. Il riscatto arriva prontamente l’anno seguente con la vittoria al Giro di Romandia precedendo Phil Anderson di 55 secondi, la vittoria del GP de Wallonie su Eric Vanderaerden, l’Étoile des Espoirs e la Paris-Bourges superando il francese Marc Madiot.

Al Tour de France del 1983 , Roche chiude tredicesimo e a fine stagione conquista la medaglia di bronzo ai mondiali di Alterheim a Zurigo alle spalle di Greg LeMond che vince in solitaria e di Van der Poel.

Nel 1984 corre con la squadra francese, La Redoute, dopo aver avuto problemi contrattuali con la Peugeot che costringono Roche a sfoggiare pantaloncini Peugeot per due anni prima di vincere un’azione legale contro il Vélo Club de Paris Peugeot. L’irlandese bissa la vittoria al Tour de Romandie davanti allo svizzero Jean-Marie Grezet, la Subida a Arrate e chiude secondo alla Parigi-Nizza dietro al connazionale Sean Kelly mentre al Tour de France delude e chiude venticinquesimo,

L’anno seguente vince il Critérium International davanti a Charly Berard, il Tour du Midi-Pyrénées davanti al francese Laurent Fignon e chiude secondo alla Parigi-Nizza alle spalle di Kelly e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi dietro ad Argentin e Criquielion. Al Tour de France conquista la tappa con arrivo sul Colle d’Aubisque chiudendo terzo in generale dietro a Bernard Hinault e Greg LeMond.

A novembre Stephen Roche è vittima di un brutto incidente in cui riporta un serio infortunio al ginocchio mentre, assieme al britannico Anthony Doyle, sta gareggiando alla Sei giorni di Parigi. Boifava, leader della Carrera va a Parigi, si pensa per firmare Fignon ma alla fine si accorda con Roche che, però, a causa dell’infortunio vede la stagione ’86 compromessa: al Tour 1986 chiude addirittura 48esimo con oltre un’ora di distacco da LeMond.

Roche viene operato dall’esperto Dr. Müller-Wohlfahrt di Monaco di Baviera ma i problemi a ginocchio e schiena diventano suoi abituali compagni di pedalate.

Nel 1987 Stephen Roche inizia alla grande: vince la Volta a la Comunitat Valenciana battendo gli spagnoli Blanco Villar e Gorospe, vince la cronometro alla Parigi-Nizza, chiude quarto alla Freccia Vallone e secondo alla Liegi superato solo fa Moreno Argentin. A maggio vince due tappe e, per la terza volta, la classifica generale al Tour de Romandie davanti ai francesi Leclercq e Pensec ed è pronto per il Giro d’Italia.

Il triplete di Stephen Roche
Stephen Roche: Il Giro d’Italia 1987

Al Giro d’Italia 1987 il lotto dei pretendenti alla vittoria vede superfavorito il vincitore uscente Roberto Visentini assieme a Roche, suo compagno alla Carrera Jeans-Vagabond, oltre a Saronni, Bernard, Robert Millar, Argentin e Phil Anderson.

Roberto Visentini conquista la prima maglia rosa aggiudicandosi il crono-prologo di Sanremo ma il giorno seguente la maglia passa al giovane olandese Erik Breukink vincitore della prima semitappa di San Romolo. Roche conquista la cronodiscesa del Poggio a Sanremo recuperando terreno e, quando la Carrera vince la cronometro a squadre da Lerici a Lido di Camaiore è l’irlandese a vestirsi di rosa mantenendolo per 10 giorni.

Dopo la cronometro di San Marino la maglia rosa va sulle spalle di Visentini con Roche che perde 2’47” scivolando al secondo posto in classifica, a 2’42” dal compagno di squadra: il capitano della Carrera è quindi l’italiano e Boifava assicura l’appoggio di tutta la squadra a Roberto in vista delle montagne.

Il gruppo affronta la Jesolo-Sappada e tutta la Carrera è a disposizione, apparentemente, del capitano Visentini ma in corsa le gerarchie saltano.

Sulle prime rampe della Forcella di Monte scappa il francese della Fagor Jean-Claude Bagot che al Terminillo era andato in fuga con il corridore della Carrera Scheper che aveva tirato tutto il giorno lasciando poi la vittoria al francese. Al passaggio sul GPM il gruppo è molto allungato: si muovono Ennio Salvador e Roche per riprendere Bagot. Visentin non prende bene la cosa, mette in testa la squadra a tirare per riprendere il compagno di squadra ammutinato. La maglia rosa attaccata dal compagno di squadra accende le polveri degli altri atleti. Partono una serie di attacchi di Chioccioli e Anderson.

Visentini non sa cosa fare, i due DS Boifava e Quintarelli fanno avanti e indietro tra i fuggitivi ed il gruppo per cercare si sistemare le cose. Qualcuno ordina a Roche di fermarsi che non sente nulla “secondo o ultimo fa lo stesso, voglio vincere”. Davanti la Carrera è tutta, tranne Schepers, a tirare.

Prova a parlare con Roche anche Patrick Wolke, meccanico e consigliere personale dell’irlandese; il compito è fermarlo ma, spiegherà poi Wolke, “ io l’ho incoraggiato a continuare”

Stephen Roche e Salvador vengono ripresi ma ormai il vaso di Pandora è stato scoperchiato. Ad Arta Terme c’è un altro attacco: partono Anderson, Habets, Vannucci, Chioccioli, Pagnin e…. Stephen Roche su cui si riportano altri sei atleti tra cui Millar, van der Velde, Muñoz e Beccia.

Visentini prima urla e litiga con l’ammiraglia poi va alla deriva, non mangia e va in crisi totale. A Sappada l’italiano arriva con sette minuti di distacco. Roche sale sul palco delle premiazioni tra i fischi e si porta la mano al naso ormai il Giro d’Italia è suo.

Gimondi dalle pagine del Corriere della Sera cerca di assolvere Roche anche per portare calma nei tifosi. Roche vince anche la crono finale e in corsa qualche pugno vola.

Stephen Roche: il Tour de France 1987

Il Tour de France 1987 è una corsa alla ricerca di un padrone con Hinault che si è ritirato dalle corse e LeMond reduce dall’infortunio durante una battuta di caccia che lo relegano al ruolo di cacciatore di tappe. L’inizio della corsa francese vede un susseguirsi di campi di leadership con Jelle Nijdam, Lech Piasecki, Erich Maechler, Martial Gayant e Charly Mottet che indossano la maglia di leader.

Sull’arrivo di Villard-de-Lans è Roche a vestire l’insegna del primato ma nella tappa con arrivo all’Alpe d’Huez , Perico Delgado pare mettere le mani sulla corsa staccando l’irlandese.

La cronometro di Digione, a tre tappe dal termine, è il punto chiave della corsa: Roche che pareva favorito per la vittoria di tappa soffre e perde 1’44” dal francese Régis Clère ma peggio di lui va Delgado che imbarca oltre un minuto dall’irlandese.

Il vincitore del Giro fa doppietta con il Tour ed entra in una ristretta cerchia di corridori che sono riusciti in questa impresa.

Stephen Roche: il Mondiale 1987

La vittoria di Giro e Tour non riempiono la pancia di Roche che si avvicina al mondiale correndo qualche circuito giusto per tenere viva la gamba. Il circuito del mondiale che i big del ciclismo affrontano il6 settembre 1987 a Villaco, in Austria pare ideale fatto su misura per Sean Kelly compagno di nazionale di Stephene.

Roche questa volta lavora per il capitano rintuzzando ogni attacco, scortando il compagno fedelmente e inserendolo nella fuga giusta con Moreno Argentin.

A cinque chilometri dall’arrivo il gruppo dei migliori si spezza. Kelly e Argentin restano indietro e Roche, per non saper ne leggere ne scrivere, tall’attacco andando a vincere la corsa proprio davanti all’italiano laurenandosi Campione del Mondo in linea 1987. Per Stephen Roche arriva una tripletta riuscita solo al cannibale Eddie Merckx.

A fine stagione arriva inevitabile il divorzio con la Carrera per approdare alla alla francese Fagor-MBK assieme a Sean Yates, Malcolm Elliott, Robert Millar ed il fedele gregario Eddy Schepers.

Nel 1988 i problemi al ginocchio (fibroma da cicatrice allo stesso ginocchio) costringono Stephen Roche a saltare sia il Giro che il Tour facendogli chiudere la stagione a secco di vittorie.

L’anno seguente vince il Giro dei Paesi Baschi superando di un secondo lo spagnolo Federico Etxabe, chiude secondo alla Parigi-Nizza alle spalle di Miguel Indurain, nono al Giro e si ritira al Tour per una botta al ginocchi destro infortunato nell’86.

Al termine dell’anno la Fagor-MBK chiuse i battenti e Roche passa alla Histor-Sigma. vincendo la Quatre Jours de Dunkerque e concludendo per la quarta volta secondo alla Parigi-Nizza ancora alle spalle di Indurain.

Nel 1991 l’irlandese firma con la TonTon Tapis-GB di Roger De Vlaeminck, vince la Settimana Catalana e il Critetium Internazionale. Al Tour va fuori tempo massimo per una bizzarra disavventura nella cronometro: per l’espletamento di necessità corporali, si presenta al viacon sette minuti di ritardo rispetto alla partenza dei compagni e deve farsi la prova in solitaria.

Nel 1992 torna alla Carrera di Davide Boifava, e alla Grande Boucle lavora come gregario di Claudio Chiappucci, ottenendo il nono posto finale.

L’anno dopo chiude nono al Giro e tredicesimo al Tour e si ritira dal ciclismo professionistico.

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