El sexador de pollos irrumpió en la fiesta
La gracia del fútbol no está en poner a un señor en una sala brumosa a buscar cagadas de mosca”
13 mar 2025 - AS
ALFREDO RELAÑO - @as_relano
Una eliminatoria tremenda, de rivalidad local, con el precedente de dos finales entre los contendientes, pleno de estrellas sobre el campo, con más de treinta jugadores vaciándose sobre el césped, 75.000 personas en la grada y millones en la tele, se resolvió de una forma absurda. En su penalti de la tanda, a Julián Alvarez le resbaló el pie de apoyo, pese a lo cual el tiro no se le fue alto, pero casi. Gol, pues. Pero el sexador de pollos emboscado en la sala VOR salió a hacer un quite de adorno y descubrió que el pie resbalado también había tocado el balón, avisó al árbitro y lo anuló por doble toque. Una gracieta del VAR…*
Se diría que el Atlético arrastra un maleficio en estas eliminatorias europeas contra el Madrid, desde la primera, resuelta en desempate en Zaragoza después de que Vavá fallara un penalti en el Bernabéu, hasta las dos finales, tan dramáticas. En esta el Atlético ha sido mejor que el Madrid durante más minutos, ayer incluso contó con la ventaja de enjugar de salida el gol de diferencia que traía del Bernabéu, pero no consiguió marcar el segundo, en parte por culpa de Courtois. Luego, ni siquiera supo aprovechar el desconcierto madridista tras fallar Vinicius (también resbaló) el penalti que hubiera sido el empate.
Nada que objetar al Madrid, que ha peleado en condiciones difíciles contra un excelente equipo, y a falta de brillantez en sus mejores hombres (Mbappé sólo hizo una jugada, la del penalti) supo luchar por su suerte en condiciones difíciles. Pero el aficionado telúrico que uno lleva dentro se resiente al ver que una eliminatoria gigante se pueda resolver por la interpretación a la tremenda de una nimiedad, por otra parte difícil de percibir tras las repeticiones que nos ofrecieron. La gracia del fútbol no está en poner a un señor en una sala brumosa a buscar cagadas de mosca a cámara lenta, sino en la pugna noble sobre el campo.
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Il sessista degli angeli irrompe alla festa
Il fascino del calcio non sta nel mettere un uomo in una stanza fumosa a cercare una cacca di mosca.
13 marzo 2025 - AS
ALFREDO RELAÑO - @as_relano
Un pareggio incredibile, una rivalità locale, con il precedente di due finali tra le contendenti, pieno di stelle in campo, con più di trenta giocatori che danno tutto, 75.000 persone sugli spalti e milioni alla tv, si decide in modo assurdo. Ai rigori, il piede d'appoggio di Julián Alvarez è scivolato e il tiro non è andato alto, ma quasi. Gol, dunque. Ma l'addetto al sesso degli angeli, imboscato nella stanza del VAR, è uscito per metterci un tocco decorativo e ha scoperto che anche il piede scivolato aveva toccato il pallone, ha avvisato l'arbitro e questi lo ha annullato per doppio tocco. Uno scherzo del VAR...*.
Sembra che l'Atlético si trascini una maledizione in questi "spareggi" contro il Madrid, dal primo, a Saragozza dopo che Vavá aveva sbagliato un rigore al Bernabéu, alle due finali di Champions League, così drammatiche. In questo, l'Atlético è stato migliore del Madrid per più minuti, e ieri ha avuto addirittura il vantaggio di poter scavare una differenza reti rispetto all'andata al Bernabéu, ma non è riuscito a segnare il secondo gol, anche per merito di Courtois. Poi, non è riuscito nemmeno ad approfittare della confusione madrilista, dopo che Vinicius ha sbagliato (e lui pure è scivolato) il rigore che sarebbe valso il pareggio.
Nulla da eccepire sul Madrid, che ha lottato in condizioni difficili contro un'ottima squadra, e nonostante la mancanza di brillantezza delle sue stelle (Mbappé ha fatto solo una giocata, il rigore) ha saputo battersi contro la sfortuna. Ma il tifoso tellurico che è in me non sopporta che un gigantesco turno di coppa possa essere risolto dall'interpretazione selvaggia di un'inezia, difficile da percepire anche dopo i replay che ci sono stati offerti. Il fascino del calcio non sta nel mettere un uomo in una stanza fumosa a cercare una cacca di mosca al ralenti, ma nella nobile lotta sul campo.
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