Descansa en pau, Tito
di CHRISTIAN GIORDANO, Sky Sport, 25 aprile 2014
«Corre el rumor de que Tito Vilanova ha muerto».
La notizia corre sul web, sui social network prima ancora che sui media tradizionali, sui siti ufficiali. È quella che nessuno vorrebbe sentire, che tutti vorremmo subito smentita. Invece no, è tutto vero: Tito stavolta non ce l'ha fatta. Il tumore alla ghiandola parotide, la malattia che lo aveva allontanato dalla panchina del Barça, da Pep Guardiola, l'amico di una vita prima ancora che l'allenatore di cui era stato assistente e poi successore, se lo è portato via. A 45 anni.
Le sue condizioni si erano aggravate e una settimana prima, venerdì 18 aprile, era stato ricoverato nella Clínica Quirón di Barcellona. la stessa dove è stato operato d'urgenza. Purtroppo invano. La sua battaglia era iniziata nel 2011 quando Vilanova era ancora il vice di Guardiola, che a fine stagione, alzata la seconda Champions League in tre anni, si sarebbe preso un anno sabbatico newyorkese. Il loro rapporto però si era già incrinato. Pep non aveva gradito la conferenza stampa congiunta dall'alllora presidente Sandro Rosell. L'ultima di Guardiola, la prima di Vilanova, nuovo allenatore del Barcellona.
Tito avrebbe voluto l'amico più vicino visto che anche Vilanova era a New York, non a studiare tedesco ma per curarsi. Pep sentì usata contro di sé, da parte del club, la malattia dell'ex compagno di centrocampo blaugrana e l'irritazione esplose nella conferenza stampa di presentazione al Bayern. Ma allora i due si erano già riconciliati. Trent'anni di amicizia non si cancellano. Tito la scorsa Liga l'ha vinta allenando in videoconferenza. Il suo assistente Jordi Roura in panchina non aveva né l'esperienza né la statura, e in Champions League la squadra pagò.
Di Tito ricorderemo la classe che non aveva in campo ma fuori. È stato l'unico capace di far chiedere scusa as José Mourinho per quel famigerato dito nell'occhio nella stagione dei mille Clásicos. Un episodio che Germán Burgos, il vice di Diego Pablo Simeone all'Atlético Madrid non ha dimenticato. Al provocatore Mou, in un infuocato derby madrileno, "el Mono" gridò: «Io non sono Tito, io ti stacco la testa». Tito no, non l'avrebbe mai fatto. Né detto.
Non sapremo mai se sarebbe potuto diventare un grande allenatore. Quel che sappiamo è che mancherà a tutti. Non solo in Catalogna. Descansa en pau, Tito.
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