LIEGI 1985: ARGENTIN, IL PRINCIPE DELLE ARDENNE

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di Nicola Pucci

Per le grandi classiche del pedale Moreno Argentin è senza dubbio tra gli interpreti più autorevoli. Questo è fuori discussione. Il suo palmares parla chiaro, a cavallo tra gli anni Ottanta e i primi anni Novanta ha vinto corse memorabili e scritto pagine indelebili di grande ciclismo.

Argentin aveva il dono naturale, ai suoi tempi, di saper scattare sulle rampe come nessun altro; se a ciò si aggiunge la capacità di centrare con sorpredente puntualità gli obiettivi che fissava sulla sua agenda personale di grande specialista delle corse di un giorno, ecco che il gioco è fatto. Prediligeva le sfide vallonate, e le due classiche per eccellenza da quelle parti, Liegi-Bastogne-Liegi e Freccia Vallone, erano il suo territorio di caccia preferito. Lo chiamano il “principe delle Ardenne“… ed è una veste che indossa meglio di chiunque altro, a cominciare dal tardo pomeriggio del 21 aprile 1985.

Argentin ha da compiere venticinque anni, il che significa che può ancora considerarsi un giovanotto di bellissime speranze. Ma ha già in bacheca risultati importanti. Precoce nella vittoria, vanta ben sette successi sulle strade del Giro d’Italia, dove ha colto un sorprendente terzo posto in graduatoria nel 1984 alle spalle di Moser e Fignon; ha conquistato la casacca di campione d’Italia nel 1983; si è aggiudicato tre tappe alla Tirreno-Adriatico ed ha sfiorato il trionfo al Giro di Lombardia del 1981 (secondo dietro l’olandese Kuiper) e alla Milano-Sanremo del 1982 (terzo, anticipato da due carneadi, Marc Gomez e Bondue). Insomma… ha talento sconfinato ed è pronto, anzi prontissimo per ottenere infine il successo che lo elevi al rango di fuoriclasse.

La Liegi-Bastogne-Liegi del 1985 – edizione numero settantuno – è corsa esigente, che non fa sconti, e richiede una dose massiccia di esperienza e tenuta alla distanza. Argentin l’ha corsa solo nel 1982, chiudendo lontano dai primi, ma ha caratteristiche che si adattano perfettamente al tracciato e alle sue asperità. L’irlandese Kelly è il logico favorito in virtù del successo dell’anno prima, ma il lotto degli outsiders è ben nutrito. C’è ovviamente l’enfant-du-pays Claude Criquielion – campione del mondo in carica – che è e sarà sempre l’avversario più temibile per Moreno a queste latitudini; c’è l’altro irlandese Roche; c’è Laurent Fignon, duplice vincitore sulle strade del Tour de France, ci sono Rooks e Anderson che hanno buone credenziali tra le colline delle Ardenne. Sono della partita anche Hinault e Lemond, compagni e capitani con La Vie Claire di Bernard Tapie, ma i due galli nel pollaio hanno le antenne dirottate sull’appuntamento di luglio, la Grande Boucle, e termineranno appaiati, fianco a fianco, in diciassettesima e diciottesima posizione.

Assente Moser e con Saronni costretto al ritiro, Argentin, che pedala per i colori bianco-azzurri della Sammontana, è l’italiano di punta di una pattuglia che comprende anche Contini, vincitore a Liegi nel 1982, e Mario Beccia, in maglia Malvor insieme al portoghese Da Silva, che già si impose alla Freccia Vallone lo stesso anno. Il ragazzo di San Donà di Piave è in giornata di grazia lungo tutto il percorso che misura 244,7 chilometri, e seleziona il plotoncino che va a giocarsi la vittoria. Oltre all’azzurro rimangono davanti Roche, Criquielion, Fignon, Kelly e Van Calster, con Anderson e Beccia pure loro nel gruppo dei migliori; ma è sulle pendenze terribili della côte più temuta, la Redoute, che Argentin risolve la questione involandosi proprio con Roche e Criquielion, autore di un forcing irrefrenabile. Moreno è il più veloce in un eventuale arrivo allo sprint, i due compagni di fuga provano più volte a staccarlo, ma non hanno dinamite nei polpacci per riuscirci. Dietro Kelly e Fignon, con Van Calster, Anderson e un generosissimo Beccia, non ricuciono lo strappo e così sul Boulevard de La Sauvenière Argentin brucia in volata Criquielion e Roche vincendo la sua prima Liegi-Bastogne-Liegi e prendendosi la rivincita sul belga, che lo aveva battuto quattro giorni prima alla Freccia Vallone.

Saranno ben quattro i successi a fine carriera – e tre nella Freccia Vallone – nella Doyenne, la decana delle classiche, e la sera di quel 21 aprile 1985 Argentin se non proprio a vestirne i panni, cominciò almeno a prendere le misure per diventare il “principe delle Ardenne”.

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