Storia di Bernard Hinault, l’ultimo dei grandi
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6 Febbraio 2023
Cinico, puntuale e abile su tutti i terreni, Bernard Hinault è stato uno di campioni più vincenti e genuini nella storia delle due ruote a pedali.
Attento osservatore e abilissimo nel non sprecare le opportunità che la strada gli offriva, Hinault è stato un maestro nell’inanellare un successo dopo l’altro facendo valere la sua capacità di nascondersi in gruppo e poi attaccare al momento giusto, una tattica che gli è valsa negli anni il soprannome di “Tasso”.
Massimizzando questa strategia, il francese (orgogliosamente originario della Bretagna) ha dunque realizzato imprese memorabili e colto trionfi di grandissimo prestigio: affermazioni che, unite al coraggio, alla determinazione e alla completezza che lo contraddistinguevano in corsa, gli son valse l’appellativo di “ultimo dei grandi”.
Con forza e piglio, Hinault ha infatti iscritto il proprio nome nel solco tracciato da Coppi, Anquetil e Merckx risultando l’ultimo esponente di un ciclismo dai tratti epici ma allo stesso tempo molto umani dove i corridori non erano ancora totalmente legati alla tecnologia e alla specializzazione che avrebbero caratterizzato le generazioni seguenti.
Hinault quindi, attraverso la sua carriera professionistica breve ma molto proficua, ha sostanzialmente chiuso il sipario su un certo tipo di ciclismo dando il “là” a un’era in cui questa disciplina si è evoluta cambiando decisamente la propria connotazione.
Bernard Hinault: gli esordi e un talento subito in vista
Bernard Hinault nasce a Yffiniac, in Bretagna, il 14 novembre del 1954 in un giorno che, a posteriori, si è rivelato decisamente fortunato per il ciclismo visto che nella stessa data (ma in anni differenti) sono stati messi al mondo altri due campioni del calibro di Vittorio Adorni e Vincenzo Nibali.
Il giovane Bernard cresce attorniato dalle attenzioni di mamma Lucie e papà Joseph in un contesto assolutamente rurale, dove campi e coltivazioni la fanno da padrone. Quando non è chiamato a dare una mano con la terra, spesso assieme ai fratelli Gilbert, Josiane e Pierre, va a giocare con i ragazzi che abitano nelle vicinanze rivelando ben presto di avere un animo molto vivace e un carattere decisamente fumantino e irritabile.
Tenere a bada l’energia e l’aggressività del giovane Bernard in molti casi risulta davvero difficile ma, come spesso accade in questi casi, lo sport rappresenta un’ottima valvola di sfogo. Hinault inizialmente pratica con successo l’atletica e, in particolare, si disimpegna piuttosto bene nella corsa campestre, specialità in cui nel 1971 chiude al 10° posto i campionati nazionali giovanili.
Oltre a correre però, Hinault trova particolarmente piacevole uscire in bicicletta, mezzo che gli viene regalato per la prima volta a otto anni e che subito gli entra nel cuore. A 15 finalmente, dopo esser stato costretto a condividerla coi suoi fratelli, Bernard riceve una bicicletta tutta per lui come premio per aver passato alcuni esami a scuola e con questa inizia ad accumulare chilometri nelle gambe, accompagnando negli allenamenti suo cugino Renè (ai tempi in forza tra i dilettanti) e facendo la spola tra casa e l’istituto dove studia.
Il mondo delle corse gli si apre due anni più tardi quando, dopo essersi reso conto di non aver problemi nel tenere il passo di suo cugino, esordisce tra gli allievi con la maglia del Club Olympique Briochin, squadra con cui riesce a strabiliare tutti fin da subito vincendo le prime cinque gare a cui prende parte e sommando in tutto dodici successi in venti competizioni.
Bernard, e soprattutto chi gli sta attorno, non ha più dubbi: d’ora in avanti correrà solo in bicicletta.
Coi preziosi consigli di Robert Leroux (già allenatore di Tommy Simpson), nel 1972 Bernard continua a stupire tra gli juniores vincendo il campionato bretone di categoria su strada e il Premier pas Dunlop (antenato del campionato francese juniores), successi a cui non riesce a dar seguito nel 1973 perché obbligato a prestare servizio nel 21° Reggimento della Fanteria Marina.
Terminate le mansioni militari, inizia a lavorare come magazziniere per un termotecnico ma nel 1974 decide di lasciare subito il posto per tornare a dedicarsi completamente alla bicicletta.
La scelta si rivela azzeccata perché, tra strada (tappe alla Route de France e al Tour de Tarragone) e pista (campione bretone e nazionale dell’inseguimento), Hinault ottiene vittorie importanti e si mette in mostra riuscendo, nel 1975, a sbarcare tra i professionisti con la Gitane-Campagnolo di Jean Stablinski.
I primi anni da professionista e le prime vittorie di prestigio
I primi tre anni tra i grandi del pedale vedono Hinault impegnato ad adattarsi al meglio alla categoria seguendo un graduale (ma comunque redditizio) percorso di crescita. Tra il 1975 e il 1977 infatti il “Tasso” non prende parte a nessun Grande Giro ma si misura principalmente in gare di un giorno e brevi corse a tappe mettendo subito la sua firma in corse come la Parigi-Camembert, il Tour d’Indre-et-Loire, il Circuit de la Sarthe (1° nella generale sia nel 1975 che l’anno successivo), il Tour de l’Aude e il Tour du Limousin.
Rotto poi il ghiaccio con le classiche monumento (17° al Lombardia 1976) e coi Mondiali su strada (addirittura 6° a Ostuni nell’edizione vinta da Freddy Maertens), nel 1977 aumenta il peso dei suoi successi conquistando il Grand Prix des Nations a cronometro, la generale del Critérium du Dauphiné Libéré (con annesse due tappe), la Gand-Wevelgem e, soprattutto, la Liegi-Bastogne-Liegi, vinta primeggiando in volata su André Dierickx dopo aver distanziato gente del calibro di Roger De Vlaeminck ed Eddy Merckx.
Nel 1978 i tempi sono finalmente maturi per vederlo all’opera anche nelle grandi corse a tappe dove, sotto la direzione di Cyrille Guimard, conferma di avere un talento smisurato. In aprile, alla Vuelta a España, impiega pochissimo tempo per mettere in chiaro le cose e far brillare quelle doti da all-rounder che gli consentono di imporsi in quattro tappe e far sua la classifica generale dopo aver vestito la maglia di leader nelle ultime otto giornate di corsa.
La conferma che il suo non è un exploit estemporaneo arriva un mese più al Tour de France. Qui Hinault dimostra di saper tenere il passo dei migliori in salita e, come testimoniano i successi ottenuti in due delle tre crono in programma, di avere una marcia in più nelle prove contro il tempo. È proprio coi distacchi inferti ai rivali nelle cronometro che il “Tasso” veste la maglia gialla a due tappe dalla conclusione e, senza tentennamenti, va poi a vincere la Grande Boucle realizzando la prima delle sue due doppiette Vuelta-Tour.
L’impresa, assieme al 3° posto al Lombardia e al 5° ai Mondiali in Germania nel finale di stagione, attesta definitivamente Hinault come uno dei corridori più forti e temibili del gruppo, in grado di dettar legge in ogni contesto agonistico e pronto a far man bassa di successi.
È questo ciò che accade nel 1979 quando, vincendo Freccia-Vallone, Lombardia, Dauphiné Libéré ma soprattutto dominando ancora il Tour de France (primo nelle generale e in sette tappe), il bretone si dimostra a più riprese imprendibile e ribadisce il proprio status di stella assoluta.
Il 1980, l’anno delle grandi soddisfazioni (e di una grossa delusione)
L’appetito del Tasso non si placa neanche nel 1980 quando il nativo di Yffiniac vive molto probabilmente la sua miglior stagione per numero di imprese centrate e valore delle vittorie conseguite.
In primavera, pur ottenendo sempre piazzamenti di rilievo, non riesce inizialmente a trovare il colpo grosso ma a fine aprile si sblocca imponendosi in grande stile in un’edizione della Liegi-Bastogne-Liegi resa storica dalla neve che imperversa copiosa sulla corsa ma che non ferma Hinault.
Costui infatti, in barba alle condizioni avverse, si rende autore di un magnifico assolo che gli vale la vittoria con oltre nove minuti di margine sul secondo.
Da qui in avanti Bernard non si ferma più perché, uno in fila all’altro, porta a casa prima il Tour de Romandie e poi il suo primo Giro d’Italia, conquistato grazie a una stupenda (e vincente) azione a due realizzata sullo Stelvio assieme al suo giovane gregario Jean Renè Bernaudeau. Messa in bacheca anche la maglia rosa, Hinault sembra inscalfibile e con grande piglio decide di andare a caccia della tripletta consecutiva alla Grande Boucle. Qui però il “Tasso” torna tra gli umani quando, impossibilitato a proseguire per una fastidiosa tendinite, alla tredicesima tappa è costretto a ritirarsi da leader della corsa.
L’amarezza è tanta ma Hinault trova in fretta modo di rifarsi e cancellarla imponendosi appena 50 giorni più tardi in quello che è stato definito il più duro Mondiale su strada di sempre, quello di Sallanches. Qui, lungo il circuito savoiardo comprendente la difficile salita di Domancy, un giro dopo l’altro Hinault imprime una feroce selezione distanziando tutti i rivali più pericolosi. L’ultimo a staccarsi, nella tornata conclusiva, è Gianbattista Baronchelli che concluderà 2° a un minuto dal campione bretone, iridato per la prima (e ultima) volta in carriera.
1981-1983: Hinault sempre più leggenda
Hinault infatti non riuscirà più a vestire la maglia arcobaleno visto che nessuno dei successivi assalti al titolo di campione del mondo andrà a buon fine. Questo, tuttavia, non diventerà un cruccio per “Monsieur Blaireau” che in qualche maniera troverà sempre altri prestigiosi modi per consolarsi.
Nel 1981 ad esempio la conferma iridata sfuma di un soffio (3° a Praga dietro a Saronni e Maertens) ma la delusione, a fine anno, è ampiamente mitigata dalla conquista dell’Amstel Gold Race, della terza maglia gialla al Tour de France (ottenuta vincendo 5 tappe e vestendo il simbolo del primato per ben 16 giorni consecutivi) e, in particolare, della prima (e, anche qui, unica) Parigi-Roubaix della carriera, una corsa odiata a tal punto da esser definita da lui “una porcheria”.
La sua classe però è talmente sopraffina che nell’edizione di quell’anno Hinault, pur fronteggiando innumerevoli cadute e forature, riesce a imporsi in volata su De Vlaeminck e Moser, dimostrandosi più forte degli imprevisti e della sua avversione personale per le pietre.
La stagione successiva all’Inferno del Nord chiuderà in nona posizione, un piazzamento che verrà messo quasi in secondo piano dalla doppietta Giro d’Italia-Tour de France, un numero riuscito solo ad altri sei corridori prima e dopo di lui nella storia del ciclismo.
Sulle strade del Bel Paese, Hinault batte la concorrenza dello svedese Prim e di Silvano Contini vincendo quattro tappe (due a cronometro), le stesse che conquista qualche settimana dopo alla Grande Boucle dove, strappata la leadership al termine dell’undicesima frazione, nelle ultime dieci tappe nessuno riesce a scalfirlo e a Parigi mette ufficialmente il suo terzo sigillo.
Nel 1983 (un’annata sfortunata dove Hinault sarà costretto a fermarsi e a operarsi al ginocchio), vincendo in aprile la sua seconda Vuelta Espana, il “Tasso” per la seconda volta in carriera sarà contemporaneamente il detentore di tutte e tre le grandi corse a tappe del calendario, una posizione in cui pochissimi nella storia delle due ruote sono riusciti a trovarsi.
1984-1986: gli anni alla Vie Claire e il ritiro
Dopo il successo in Spagna, Hinault torna in gruppo nel 1984 e lo fa coi colori della Vie Claire di Bernard Tapie. Il bretone opta per cambiare aria e accettare l’offerta del ricco imprenditore parigino quando capisce che la Renault e Guimard preferiscono puntar forte per il futuro sul giovane Laurent Fignon, il quale al Tour de France 1984 conquista la maglia gialla finendo proprio davanti al grande Bernard.
Per costui, tolti i successi alla Volta Ciclista a la Comunitat Valenciana, alla 4 Jours de Dunkerque e al Lombardia, la prima stagione con la nuova maglia non riserva grandi soddisfazioni ma ciò funge da stimolo per il 1985 quando dimostra a tutti di essere tutt’altro che finito.
Come tre anni prima infatti, Hinault dà sfoggio di tutto il suo talento concretizzando a 30 anni la seconda doppietta Giro-Tour, un risultato che lo proietta definitivamente tra i grandissimi del pedale.
In Italia il principale ostacolo sulla via del tris è rappresentato da Francesco Moser il quale vince due tappe e lo tallona da vicino in classifica senza però mai riuscire a levargli il simbolo del primato. Hinault dunque, con una tappa vinta e undici giorni in rosa consecutivi, centra un incredibile 3/3 nella corsa Gazzetta a cui fa seguire l’ancor più stupefacente quinto trionfo alla Grande Boucle.
Rispetto a quanto fatto in Italia, oltralpe il dominio di Hinault è ancora più netto visto che, dopo esser diventato leader vincendo l’ottava frazione, nelle ultime 14 tappe non molla mai la maglia gialla: per il “Tasso” è l’apoteosi, la vittoria che certifica il suo status di leggenda vivente e che lo consacra nel tempio degli immortali.
È anche, sostanzialmente, l’affermazione che chiude l’enciclopedica carriera del bretone il quale, nei restanti mesi del 1985 e nel 1986, ottiene sì qualche vittoria ma non certo in corse di primo piano. Eppure, anche non vincendo più come prima, proprio nel 1986 è decisivo per la vittoria al Tour del più giovane compagno Greg LeMond col quale la Vie Claire può festeggiare una bellissima doppietta (1° lo statunitense, 2° “Monsieur Blaireau”).
La prova fornita a supporto dell’americano è la testimonianza che Hinault potrebbe continuare ad alto livello e cercare di togliersi qualche altra soddisfazione personale. Bernard però, con 5 Tour, 3 Giri, 2 Vuelta Espana, un Mondiale, 2 edizioni del Giro di Lombardia, 2 Freccia Vallone e 2 Liegi già in bacheca, decide che per lui può bastare così e il 9 novembre, ormai prossimo a compiere 32 anni, partecipando alla gara di ciclocross a Quessoy nella sua Bretagna dà ufficialmente l’addio al mondo delle corse.
Palmarès
1975: classifica generale Circuit de la Sarthe
1976: Parigi-Camembert, 2ª tappa (1ª semitappa) e classifica generale Tour d’Indre-et-Loire, 3ª tappa e classifica generale Circuit de la Sarthe, 1ª tappa e classifica generale Tour de l’Aude, 1ª tappa e classifica generale Tour du Limousin, 2ª tappa Étoile des Espoirs.
1977: Gand-Wevelgem, Liegi-Bastogne-Liegi, 2ª tappa (2ª semitappa) Tour d’Indre-et-Loire, 1ª, 6ª tappa e classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré, Grand Prix des Nations, 2ª tappa (2ª semitappa) Étoile des Espoirs.
1978: 3ª tappa e classifica generale Critérium National, Prologo, 11ª (2ª semitappa), 12ª, 14ª, 18ª tappa e classifica generale Vuelta a España, Campionati francesi prova in linea, 8ª, 15ª, 20ª tappa e classifica generale Tour de France, Grand Prix des Nations, Circuit de l’Aulne.
1979: 3ª tappa Critérium National, Freccia Vallone, Prologo e classifica generale Tour de l’Oise, Circuit de l’Indre, 3ª, 5ª (2ª semitappa), 6ª, 7ª tappa (2ª semitappa) e classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré, 3ª tappa Tour de Luxembourg, 2ª, 3ª, 11ª, 15ª, 21ª, 23ª, 24ª tappa, classifica generale e classifica a punti Tour de France, Grand Prix des Nations, 3ª (2ª semitappa) e 5ª tappa Étoile des Espoirs, Giro di Lombardia, Circuit de l’Aulne, Super Prestige Pernod.
1980: 3ª tappa Critérium National, 1ª tappa (2ª semitappa) Tour du Tarn, Liegi-Bastogne-Liegi, classifica generale Tour de Romandie, 14ª tappa e classifica generale Giro d’Italia, Prologo e 1ª tappa Tour de l’Aude, Prologo, 4ª e 5ª tappa Tour de France, 1ª tappa Tour du Limousin, Campionati del mondo prova in linea, Super Prestige Pernod.
1981: 2ª tappa Tour Méditerranéen, 1ª, 2ª, 3ª tappa e classifica generale Critérium International, Parigi-Roubaix, Amstel Gold Race, 4ª, 5ª, 6ª, 7ª tappa e classifica generale Critérium du Dauphiné Libéré, Prologo, 6ª, 14ª, 18ª, 20ª tappa, classifica generale e classifica combinata Tour de France, Super Prestige Pernod, Circuit de l’Aulne.
1982: Grand Prix d’Ouverture La Marseillaise, Bol d’Or des Monédières, La Poly Normande, 3ª tappa e classifica generale Tour de Corse, Prologo e classifica generale Tour d’Armorique, 4ª tappa (1ª semitappa) Tour de Romandie, Prologo, 3ª, 12ª, 18ª, 22ª tappa e classifica generale Giro d’Italia, 2ª tappa e Classifica generale Tour de Luxembourg, Prologo, 14ª, 19ª, 21ª tappa, classifica generale e classifica combinata Tour de France, Grand Prix des Nations, Super Prestige Pernod.
1983: 3ª tappa Tour Midi-Pyrénées, Freccia Vallone, Grand Prix Pino Cerami, 15ª (2ª semitappa), 17ª tappa e classifica generale Vuelta a España.
1984: 5ª tappa Volta a la Comunitat Valenciana, classifica generale Quattro Giorni di Dunkerque, Prologo Tour de France, Grand Prix des Nations, Giro di Lombardia.
1985: 12ª tappa e classifica generale Giro d’Italia, Prologo, 8ª tappa e classifica generale Tour de France, 3ª e 11ª tappa (1ª semitappa) Coors Classic, Circuit de l’Aulne.
1986: Trofeo Luis Puig, classifica generale Volta a la Comunitat Valenciana, 3ª tappa Tour Midi-Pyrénées, Prologo Quattro Giorni di Dunkerque, 7ª tappa Clásico RCN, 8ª, 17ª, 19ª tappa e classifica scalatori Tour de France, 7ª (1ª semitappa), 11ª tappa (1ª semitappa) e classifica generale Coors Classic.
Ciclista milanese sempre pronto a fiondarsi verso la campagna e il mare, alla ricerca di itinerari poco battuti in cui ristorare corpo e anima. Sulla sua bici da strada ama tanto darsi all’esplorazione lenta quanto sfidare le pendenze delle montagne mitiche, teatro di quelle imprese che hanno acceso in lui una passione vivissima e totale che ogni giorno prova a trasmettere attraverso i suoi scritti.
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