2015 NBA Draft: Kevin Pangos (PG; Sr; Gonzaga)

di Lorenzo Olivieri, SpazioNBA.it

La descrizione di un play canadese bianco non ci è nuova, ma di Steve Nash ce n’è uno. Riuscirà a farsi strada tra i pro?

ETA’: 22 (26.01.1993)
STATURA E PESO: 1.88 x 82 kg
UNIVERSITA’: Gonzaga
CLASSE: Senior
RUOLO: Point Guard
PARAGONE NBA: Luke Ridnour

EARLY LIFE:
Kevin Pangos nasce in Ontario, a Holland Landing, e come tutti i giovani canadesi inizia la sua carriera sportiva giocando a hockey, avendo uno zio con un passato in NHL e un cugino draftato dai Washington Capitals. Però i genitori di Kevin sono un allenatore di basket, il padre, e un’ex giocatrice, la madre, e cosa più importante, lui ha un idolo, che se si parla di playmaker canadesi bianchi viene facile indovinare chi sia: Steve Nash. Quindi Kevin inizia a giocare a basket, sport per cui dimostra decisamente più passione rispetto all’hockey, e inizia a seguire le orme del suo idolo. Lui stesso ammette in un’intervista del 2013 che cercava di fare tutto quello che Nash faceva, e che dopo aver sentito che Steve Nash si allenava prendendo più di 500 tiri al giorno, iniziò a farlo anche lui.

Pangos gioca per diverse squadre giovanili canadesi, ma dedica particolare impegno negli allenamenti in solitaria o con il padre, dato che nei campionati giovanili il livello è abbastanza basso per lui.

Frequenta l’high school in Newmark, Ontario, e si mette in mostra nelle competizioni internazionali vestendo la maglia della nazionale canadese. In particolare guida la squadra al bronzo nel 2009 all’U-16 Americas Championship, viaggiando a 18 punti, 5 rimbalzi, 3 assist e 3 rubate di media, e al bronzo nel 2010 ai mondiali U-17 battendo la Lituania, con medie di 16 punti e 5 rimbalzi a partita.

Pangos riceve numerose offerte da importanti programmi collegiali, quali Temple, UNLV, Portland, Cincinnati e Michigan, ma lui sceglie Gonzaga forse anche per la presenza di Kelly Olynyk, con cui è amico di famiglia.


CARATTERISTICHE:
Pangos è un giocatore tecnico e intelligente, che fa del jump shot la sua forza. Ha una tecnica di tiro pulita e compatta e un rilascio veloce che gli consentono di prendere un tiro anche se strettamente marcato da difensori più grossi o veloci di lui.

E’ un giocatore concreto ed efficiente, è difficile vederlo strafare e le cifre lo dimostrano: quest’anno smazza in media 5.9 assist a fronte di 1.1 palle perse, mostrando un assist/turnover ratio di tutto rispetto considerando che gioca più di 31 minuti a partita e che gestisce gran parte dei possessi offensivi dei Bulldogs.

Pangos è pericoloso soprattutto in azioni di pick and roll, potendo colpire in diversi modi: la sua reputazione di tiratore costringe i difensori a marcarlo stretto, pena un jump shot che può prendersi tranquillamente anche da distanza NBA, e inoltre è molto bravo a trovare il rollante, sia con un passaggio diretto che coinvolgendo un terzo compagno.

Pur viaggiando sotto i suoi standard per punti segnati nella sua carriera collegiale (11.8 punti a partita contro la media di 13.3 nei primi tre anni), il play di Gonzaga sembra mostrare una solidità ancora maggiore, migliorando praticamente ogni aspetto del gioco rispetto agli anni precedenti, a cominciare dalle percentuali: quest’anno sfiora il 49% da tre nonostante i tentativi a partita siano inferiori (3.6 a fronte dei 5.7 dell’anno da Junior) e dal campo tira con un career high del 53.4%, anche se con ben 3 tentativi in meno di media rispetto all’ultima stagione. Sono migliorate inoltre le sue cifre in assist (career high di 5.9 contro i 3.3 dell’anno scorso) e palle rubate, sono diminuite le palle perse, mentre il numero di rimbalzi è perfettamente in linea con la media tenuta nelle passate stagioni, prendendone comunque un buon numero per una point guard con le sue caratteristiche fisiche (quasi 3 di media a partita).

E proprio le sue caratteristiche fisiche rappresentano la croce del canadese. Pangos non ha la rapidità, l’imprevedibilità e la creatività del suo idolo d’infanzia e questo lo limita molto sia come attaccante che come difensore. 188 cm per 82 kg non sarebbero neanche troppo pochi per un play, il problema è rappresentato dall’esplosività e dalla mobilità laterale. Il prospetto dei Bulldogs ha mostrato miglioramenti come penetratore, ma fa ancora fatica ad arrivare al ferro con continuità e nel crearsi lo spazio necessario per costruirsi un tiro quando subisce una pressione importante da un difensore più atletico di lui, difficoltà dovuta anche ad un ball handling buono ma non d’elite.


PREVISIONE DRAFT:
Con una wingspan di appena 180 cm, un’elevazione, un’esplosività e una mobilità di piedi nella norma e decisamente sotto la media degli atleti di oggi, il figlio dell’Ontario fa fatica a costruirsi una credibilità come prospetto NBA nonostante la solidità del suo gioco. Una chiamata al primo giro sembra difficile se non impossibile, mentre non è da escludere che qualche squadra decida di dargli una chance intorno alla metà del secondo giro.
Lorenzo Olivieri

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