SEVENTIES - Tony Brown, bomber coi baffi


https://www.indiscreto.info/2010/04/i-gol-con-il-baffo-di-tony-brown.html

«The moment I walked into 
The Hawthorns I felt I was home»
   – Tony Brown

di Christian Giordano  © - Indiscreto.it  ©
Rainbow Sports Books  ©

Dici “Brown Bomber” e nella boxe pensi subito a Joe Louis, leggendario - appunto - bombardiere nero USA re dei massimi negli anni Trenta-Quaranta. Ma nel calcio l’unico e solo Bomber Brown è il recordman del West Bromwich Albion per reti (218) e presenze (574) in 17 anni al "The Hawthorns". 

Paradigmatico figlio della Black Country, Anthony “Tony” Brown nasce a Oldham il 3 ottobre 1945, quindi un mese e un giorno dopo la fine della Seconda guerra mondiale. 

Carattere introverso, etica del lavoro infinita, cresce a Manchester afflitto da una forma d’asma. Per curargliela il medico lo incoraggia a fare sport. Prescrizione corretta: a 14 anni, quando Tony è già una promessa, la malattia è già un ricordo. 

Selezionato come mezzala nella rappresentativa scolastica sia di Manchester sia del Lancashire, attira le attenzioni di entrambi i club Mancunian, con il City che brucia lo United per il primo approccio. Il ragazzo però tifa Man U e quindi prende la via dell’Old Trafford, dove però si trova davanti troppe stelle. La testa prevale sul cuore, il resto lo fa il provino al West Brom. Lì nasce un amore, ricambiato, che riscriverà la storia sua e dei Baggies.

Brown entra nel club da amateur nel 1961, ma a causa degli infortuni è solo nel maggio 1963 che debutta nelle riserve, segnando un gol nella sconfitta per 3-2 contro il "suo" Manchester United. 

Professionista dalla stagione seguente, all'esordio in campionato realizza il gol del momentaneo pareggio nel 2-1 esterno sull’Ipswich Town. 

Non contento, timbra anche nella sua prima gara al The Hawthorns, l’emozionante 4-3 sull’Aston Villa, storico rivale nel West Midlands derby. È il primo passo di un lungo cammino che ne farà, per il WBA, ciò che Peter Lorimer è stato per il Leeds United: una bandiera, ma molto meno pompata. 

Versatile e prolifico centrocampista di destra (ala o mezzala), in prima squadra gioca anche da attaccante aggiunto. E dal dischetto è quasi una sentenza: 51 centri su 61 tentativi. 

Di avere l’istinto del gol lo dimostra già nel 1964-65: 9 reti in 17 partite, compresa la tripletta al Sunderland, e tre quaterne con le riserve. La vera esplosione però arriverà nella stagione successiva.

Titolare dal 1965 al 1979, grazie al gran tiro da fuori, addirittura letale dal limite dell’area, è ogni anno il top scorer del club. E a che medie. Un gol a partita nel primo campionato, che l’Albion conclude con un sorprendente sesto posto. 

E addirittura oltre nella League Cup 1965-66, l’ultima con doppia finale, conquistata contro il West Ham United, vittorioso 2-1 al Boleyn Ground ma battuto 4-1 al ritorno. Firmando la prima rete dei Baggies, Brown stabilisce un record rimasto imbattuto: essere andato a segno in ogni turno del torneo. Dominato con un attacco che davanti a lui schiera il prolifico Jeff Astle e, a sinistra, l’ala Clive Clark e la mezzala Bobby Hope. 

Superato il Walsall nel secondo round, arrivano il 4-2 esterno sul Leeds, il 6-1 al Coventry nel replay e il 3-1 all’Aston Villa prima dei due successi sul Peterborough United in semifinale (2-1 in casa, 4-2 con altra sua hat-trick al London Road). 

Brown è protagonista anche nell’edizione 1966-67, la prima con finale a Wembley, che i favoriti Baggies buttano via (3-2) contro il QPR, allora in Third Division. Delusione compensata, l’anno dopo, sollevando la FA Cup: 1-0 sull’Everton ai supplementari, gol di Jeff Astle al 93’.

Proprio dalla stagione 1967-68 Brown comincia a stazionare più indietro e più al centro, anche se nelle successive cinque stagioni dimostrerà di non aver smarrito le buone abitudini.


Persa la finale di Coppa di Lega del 1970, 2-1 dal Manchester City, si rifà con il titolo di capocannoniere (28 gol) della First Division 1970-71 e la sua unica presenza in nazionale: 0-0 contro il Galles a Wembley il 19 maggio 1971; gara peraltro che lui termina al 72’ per far posto ad Allan Clarke del Leeds

Pur avendo rappresentato l’Inghilterra giovanile e la Football League (contro le selezioni di lega irlandese e scozzese), con Alf Ramsey Ct non avrà altre chance. E nemmeno con i successori, che gli preferiranno di volta in volta Bobby Charlton, Martin Peters, Tony Currie e Colin Bell. Comunque, mica pizza e fichi.

Con l’arrivo in panchina di Don Howe, che ha fama di difensivista, la percentuale realizzativa di Brown comincia a calare. Ma quando, nel gennaio 1978, a Revie subentra Ron Atkinson, come d'incanto Brown torna agli antichi standard: 23 gol. 

Nel 1978-79, con l’Albion secondo dietro il Liverpool in First Division, il bomber baffuto ne firma 14. Il più spettacolare della carriera è forse quello in una sconfitta di FA Cup del 1970, 2-1 a Sheffield per il Wednesday: da 35 metri, gira al volo una palla all’altezza delle spalle che incenerisce il portiere della nazionale inglese Ron Springett

Quello più pesante, invece, lo riserva nel 1976 alla squadra della sua città, l’Oldham Athletic, e per l’Albion vale la promozione in First Division.

L’ultima delle 720 presenze col WBA (record del club, idem i gol: 279) la gioca nel 1980. Poi, in estate, sbarca ai New England (poi Jacksonville) Tea Men della NASL. 

Torna in Inghilterra alla fine della stagione americana del 1981. Una presenza nelle riserve dei Baggies a settembre e l’8 ottobre, dopo l’arrivo del nuovo manager Ronnie Allen, accetta la chiamata al Torquay United di Frank O’Farrell e Bruce Rioch

Sette anni dopo il primo testimonial col WBA (fra una mista Albion-Villa e una selezione Birmingham-Wolves), in suo onore, il 7 dicembre 1981, arriva al Plainmoor il Manchester United di Ron Atkinson. L'allenatore che, subentrando a Don Revie, lo aveva rigenerato. 

Il Baffo però non è ancora da pensione: 11 gol in 45 gare di campionato e poi la discesa in non-league, agli Stafford Rangers. 

Nel 1984 torna al The Hawthorns come vice del neo-manager Johnny Giles, ma quando, nell’ottobre 1985, l’irlandese - ex durissima mezzala del "maledetto" Leeds United con Don Revie e futuro pundit su RTÉ, la RAI irlandese - si dimette, se ne va anche lui. 


Quando eravamo re: 
Tony Brown e John Giles.

Nel 1987-88, al Birmingham City, lo vuole come assistente Garry Pendrey, suo ex compagno all’Albion.

Dopo varie operazioni alle anche, ai giorni nostri – sparita coi celebri mustacchi pure la "meravigliosa" perm molto Seventies – fa presenza fissa al The Hawthorns, dove si staglia... statuario in azione il suo leggendario numero 4, per commentare su Beacon Radio le partite dei Baggies.


Nel 2004, in un sondaggio per le celebrazioni del 125° anniversario della fondazione, il WBA lo ha nominato fra i 16 giocatori più forti nella storia del club. Scelta condivisa nel luglio 2007 dalla PFA, l’assocalciatori inglese, che per il centenario lo ha inserito nella Hall of Fame. 


West Bromwich Albion legend:
Tony "Bomber" Brown

Anche il calcio ha il suo leggendario "Bomber" Brown. Il bombardiere biancoblù.

Christian Giordano
Indiscreto.it

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