Un campione per caso: HARM OTTENBROS



Re delle kermesse nelle stagioni '72 e '74 (in carriera 24 successi in circuito) azzeccò il suo giorno di gloria, che però restò isolato, nel campionato mondiale sul facile anello di Zolder nel '69 mettendo a profitto la guerra fratricida fra i super favoriti belgi Merckx e Van Looy che si marcavano strettamente e avvantaggiandosi della condotta scriteriata del troppo generoso Dancelli che finì al terzo posto. Vincendo in volata su Julien Stevens, che batté in fotografia, indossò così la maglia iridata, perla prestigiosa di un palmarès non importante qualitativamente. Vi figurano, infatti, il Giro dei Polders nel '68 e '69, due tappe del Giro della Svizzera, una del Belgio e due della Gran Bretagna. Anche suo padre,  Jan, e suo fratello, Jan jr., hanno corso senza brillare. 

Il Mondiale di Zolder '69

La gara fu disputata in Belgio su un percorso ricavato sull'omonimo circuito automobilistico. Particolare curioso: sullo stesso circuito di Zolder sarebbe stato corso anche il mondiale di ciclismo del 2002, trentatrè anni dopo. Avrebbe vinto Mario Cipollini con una volata regale.
Tornando al 1969, il leader della Nazionale italiana era Adorni in quanto Gimondi non era stato nemmeno convocato. I padroni di casa del Belgio presentarono al via un autentico squadrone: correvano Merckx, De Vlaeminck, Van Looy, Godefroot,una formazione almeno sulla carta destinata a sbaragliare il campo aiutata anche dal favore del pubblico e dalla conoscenza del circuito.
La gara ebbe il momento clou quando il nostro Michele Dancelli scattò a circa 100 chilometri dall'arrivo, forse qualcosa meno. Dancelli era un autentico movimentatore di corse, un Bettini di allora meno vincente, non a caso lo chiamavano Giamburrasca. 
Era un corridore che mancava di senso tattico, che seguiva l’istinto e che spesso scombussolava i piani degli avversari ma al quale mancava la visione strategica della corsa. 
Anche quel giorno Dancelli si esibì in un gran numero, sparato però fuori tempo. Dal gruppo si staccò al suo inseguimento un manipolo di incursori che lo raggiunsero e continuarono la fuga inglobando lo stesso Dancelli. 
Dal gruppetto che si era formato però evasero in due : Julien Stevens che fra tutti i componenti della nazionale belga era probabilmente il meno accreditato e l’olandese Harm Ottenbros.
A quel punto i belgi smisero di inseguire avendo uno dei loro in fuga e così il gruppo non riuscì più a ricucire lo strappo. Sovvertendo ogni pronostico i due autentici sconosciuti attaccanti arrivarono al traguardo con apparente facilità. 

I due si disputarono il titolo di Campione del Mondo in volata e prevalse anche lì a sorpresa Harm Ottenbros, benché Stevens fosse considerato il più veloce. A Dancelli rimase la soddisfazione della medaglia di bronzo e, otto mesi dopo, la vittoria nella Milano-Sanremo ottenuta con una fuga simile a quella del Mondiale. Questa volta finalmente vincente. Dancelli con la sua vittoria a Sanremo ruppe l’incantesimo che voleva da 17 anni solo vincitori stranieri nella “classicissima dei fiori”. Ma questa è un’altra storia. 

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