HOOPS MEMORIES - Dick Groat e l'amore rubato


Se vi ricordate di Dick Groat, l’interbase che vinse il Premio di MVP della National League e il titolo di miglior battitore nel 1960, ha senza dubbio una memoria di ferro. Forse lo ricorderete vincere le World Series con i Pirates nel 1960 e i Cardinals nel 1964 ma le probabilità che ve lo ricordiate nel suo sport, rasentano quella dell’evento che gli statistici chiamano impossibile: zero. Perché quello sport era il basket.

Dick Groat incominciò a giocarci a cinque anni quando i fratelli appesero un canestro nel cortile dietro casa a Swissvale a due passi da Pittsburgh, in Pennsylvania. Ottimo atleta all-around Groat scelse di iscriversi Duke soprattutto per via del solidissimo programma di baseball. Solo che strada facendo si accorse di essere diventato il miglior prospetto universitario d’America.

Guardia di 1.83 Groat era un grande tiratore e un ballhandler dotato di un buon cambio di passo nel movimento di entrata a canestro. Seguendo i suggerimenti di Red Auerbach, all’epoca assistente allenatore dei Blue Devils, Dick lavorò duro per migliorare i propri movimenti. Groat aveva una velocità nella media, e in rapporto alla stazza era un buon rimbalzista.

Superbo giocatore di squadra, era sensazionale in the clutch, nei momenti caldi e quindi specie nel finale. Nel famoso Dixie Classic contro Tulane, guidò i suoi a un’incredibile rimonta. Sotto di 29 punti all’intervallo, firmò 32 dei 74 punti nella straordinaria vittoria dei Blue Devils.

Da junior, nel 1951, Groat viaggiò ad oltre 25 punti a partita (all’epoca record NCAA) e batté il primato per numero di tiri liberi in una stagione. Da senior segnò ancora 25 punti di media e vinse pure la classifica degli assist. Groat era diventato l’unico giocatore del Paese ad entrare tutti gli anni nel primo quintetto di All-American e quasi inevitabilmente finì per essere nominato Giocatore di college dell’anno. Duke chiuse l’annata sul 24-6 e Dick Groat ne era più che mai il simbolo.

La rivista Life si occupò di lui per ben due volte in un anno. In un’occasione si era trattato di un servizio illustrato riguardante il suo duello, nel basket, contro l’All-American di Temple Bill Mlkvy. Nell’altra c’era un articolo sulla squadra di baseball di Duke, la cui stella era, neanche a parlarne, l’eclettico Dick.

Neanche il tempo di finire la stagione da senior nel college basketball e i Pittsburgh Pirates lo gettarono nella mischia nelle major leagues di baseball. Appena tre giorni dopo aver lasciato il campus di Duke, Groat si ritrovò a disputare la sua prima partita di big-league. Al termine della stagione 1952 la media battuta di 28.4% di Groat era, noblesse oblige, la migliore della squadra. Ma a lui non bastava.

I Pirates gli concessero così l’autorizzazione per giocare un anno nel basket pro, e i Fort Wayne Pistons, che se ne erano assicurati le prestazioni, lo facevano arrivare alle partite sfruttando l’aereo personale del proprietario, Fred Zollner, così che Dick potesse non perdere troppo tempo e terminare gli studi a Duke. Groat giocò bene nella NBA, avendo di media 12 punti a partita ed esaltando i tifosi col suo pirotecnico ball-handling. Ma dopo 26 gare Groat fu reclutato nell’esercito, e con quella stagione finiva così anche la sua carriera nella Lega.

Mentre era in servizio Groat, tanto per non perdere il vizio, guidò la sua base militare alla vittoria in un mondiale militare sia nel baseball sia nel basket. Era la prima volta nella storia che la stessa base riusciva a vincere tutte e due le competizioni. Quando fece ritorno a casa, nel 1955, Groat intendeva continuare a praticare entrambi gli sport, ma il general manager dei Pirates Branch Rickey lo convinse che il suo fisico avrebbe potuto anche non reggere la “punizione” di giocare da titolare, interbase o guardia che fosse, una cifra molto prossima alle 300 partite l’anno.

Groat scelse il baseball immaginando che potesse offrirgli una carriera più lunga e tutto sommato fu una scelta saggia visto che smise di giocare a trentasei anni suonati. Ma il suo primo amore era stato il basket e nelle parole di Groat: “Se si tratta solo di dire a cosa mi piace di più giocare, allora è il basket. Come divertimento puro, non c’è altro gioco al mondo. E secondo la mia opinione, nel basket ero il 50% più forte che nel baseball. Ma il signor Rickey seppe essere molto, molto persuasivo”.

Dick Groat ebbe una lunga e luminosa carriera nel baseball, ma il suo grande amore era il basket ed è in quello che sarebbe potuto diventare materiale da Hall of Fame. Non devono averlo avvertito: chi uccide le passioni avvelena anche te. Digli di smettere.

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