HOOPS MEMORIES - Elgin Baylor, rookie a chi?



di CHRISTIAN GIORDANO © - Rainbow Sports Books ©

Considerato da molti la più grande ala di sempre ad aver mai giocato questo sport, Elgin Baylor cominciò ad apprendere i suoi movimenti sui campi di Washington, DC [District of Columbia]. Già dai tempi del liceo aveva mostrato il suo eccellente controllo del corpo che rendeva le sue entrate a canestro diverse da quelle di qualsiasi altro giocatore visto prima di lui. Poteva galleggiare in aria più a lungo e tirare meglio da una posizione fuori equilibrio di chiunque altro. Ma nonostante queste doti, Baylor quasi si lasciò sfuggire l’opportunità di giocare a livello di college.

Al liceo, Elgin non era un bravo studente. Si era ritirato per un po’ e lavorava in un magazzino di mobili, giocando a pallacanestro di sera per divertimento. Baylor tornò a scuola e si diplomò, ma non con il tipo di voti che gli avrebbero permesso di entrare in molti college. Un suo amico gli procurò la possibilità di frequentare il College of Idaho tramite una borsa di studio di football. Ma il coach di football di Idaho, Sam Vokes, era anche l’allenatore di basket e così Baylor si ritrovò ben presto in campo. 

Baylor ebbe una media di 31 punti a partita nella suo primo anno, ma poi l’ateneo licenziò Vokes e tagliò le borse di studio, costringendo Baylor a trasferirsi a Seattle University. Dopo esser stato fermo un anno come da regolamento [perché proveniente da un’altra università, N.d.A.], Baylor ebbe due grandi annate a Seattle, segnando di media, rispettivamente, 30 e 32 punti a partita e guidando i Chieftains [condottieri] alle finali NCAA nel 1958. Nonostante i 25 punti e 19 rimbalzi di Baylor in finale, Seattle perse da Kentucky 84-72.

I Minneapolis Lakers, allora la peggior squadra della NBA [dopo i fasti dell’era-Mikan, N.d.A.], chiamarono Baylor al primo giro, e l’ala di 6’5’’, 195 cm e mezzo, divenne il salvatore della franchigia. Il presidente dei Lakers Bob Short in seguito disse che se Baylor non avesse firmato, il club sarebbe andato in bancarotta. Appena affacciatosi sulla scena, Baylor era ciò che il medico aveva prescritto per la agonizzante franchigia dei Lakers. 

Baylor prese una squadra che aveva chiuso sul 19-53 l’anno prima e l’aveva portata fino alle finali NBA, dove vennero battuti quattro volte consecutive dai Celtics. Baylor aveva avuto 24.9 punti (quarto nella lega), 15 rimbalzi (terzo) e 4 assist, era stato titolare all’All-Star Game, aveva vinto il premio di Rookie of the Year ed era stato co-MVP dell’All-Star Game.

In una gara si era scatenato, facendo 55 punti, il terzo miglior risultato nella storia NBA. Ma quello era solo l’inizio delle epiche gesta realizzate da Elgin Baylor, l’uomo che si rivelò dal primo istante una superstar nella pallacanestro professionistica.

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