HOOPS MEMORIES - Columbia, vinco dunque sono
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di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©
Dopo l’invenzione del basket nel dicembre 1891, i college non ci misero molto per schierare le loro prime squadre. Nel febbraio 1893 Vanderbilt mise in campo la prima formazione universitaria di tutti gli Stati Uniti, e subito dopo tanti altri atenei ne sposarono la causa. Entro la fine dell’anno circolavano già insistenti voci riguardo l’eventuale organizzazione di un campionato nazionale. Ma per le difficoltà dei trasporti dell’epoca, dei campionati regionali erano molto più alla portata e così in diverse parti del Paese cominciò un’autentica proliferazione di tornei.
Due di quei primi campionati locali furono organizzati sulla East Coast a partire dal 1901. La Intercollegiate League, antesignana della Ivy League, comprendeva Yale, Harvard, Princeton, Cornell e Columbia, mentre della New England League facevano parte Amherst, Holy Cross, Williams, Datmouth e Trinity.
La prima azione di gioco a livello intersettoriale aveva già avuto luogo nel 1900 grazie a Yale, che di quando in quando si recava in trasferta ad ovest, ma a livello nazionale non era ancora mai stata organizzata nessuna manifestazione. Quando il primo (timido) tentativo di torneo nazionale andò finalmente in porto, non aveva certo un Madison Square Garden da vantare come campo rappresentativo. E così ci si dovette arrangiare.
Posto in contemporanea con le Olimpiadi di St. Louis del 1904, quel torneo fu pomposamente messo in cartellone come “Olympic World’s College Basket Ball Championship” anche se vi partecipavano solo tre squadre. A portare a casa l’oro fu l’Hiram College dell’Ohio, mentre argento e bronzo andarono rispettivamente a Wheaton College e ai mormoni della Latter Day Saints University (oggi Brigham Young).
L’anno successivo c’era finalmente una squadra che poteva legittimamente ambire a considerarsi campione nazionale. Nel 1905 la Eastern Intercollegiate League aveva attraversato un cambiamento quando uno degli atenei fondatori, Harvard, si era chiamato fuori. Ma l’anno precedente era stata ammessa anche Pennsylvania e così si trattò ancora una volta di un campionato a cinque squadre. Totalmente invariati, comunque, furono gli equilibri del potere e per il secondo anno consecutivo Columbia completò la stagione senza perdere neanche una partita.
Nel frattempo, ad ovest, dove le squadre non si erano riunite per formare una conference, Chicago e Minnesota continuavano a dominare pressoché incontrastate. Ad esse si aggiungeva però Wisconsin, che schierava Chris Steinmetz, il più grande cannoniere che si fosse mai visto. In un’epoca in cui quasi tutte le squadre segnavano al massimo una ventina di punti a partita, Steinmetz stabilì un primato che aveva dell’incredibile: 50 punti (!) in un solo incontro. E non si fermò qui: stabilì anche un altro record chiudendo la stagione a 25.7 punti di media e infine fu il primo giocatore di college a segnare 1000 punti in carriera. Insomma, un recidivo.
Ma neanche Steinmetz poteva, da solo, contrastare il dominio di Columbia, che sconfisse la sua Wisconsin in un incontro più tirato di quanto il 21-15 finale potrebbe far pensare. Per cementare ancor di più le loro rivendicazioni come miglior squadra del Paese, i giocatori di Columbia superarono anche Minnesota (27-15). Certo, allora non potevano saperlo, ma i primi veri campioni nazionali sono stati loro. Perché, al di là delle formule, chi vince ha sempre ragione.
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