Tour '87, storico e spettacolare


Roche fa l'andatura verso Millau


Fu il Tour più combattuto degli ultimi 20 anni. Giusto 20 anni fa. Ancora più di quello del 1989. Quando alla penultima tappa erano ancora in tre in corsa... per vincere. La scampò Stephen Roche, che fece doppietta per poi andare a prendersi il tris al mondiale. 

Il Tour 1987, storico e spettacolare. Già durante la fine del 1986 la Grand Boucle chiudeva due ere. Mancava Hinault che aveva chiuso col ciclismo proprio alla fine di quell’anno. Ma anche a livello organizzativo ci furono novità. Félix Lévitan, storico ‘condirettore’ andò in pensione. Rimaneva Goddet, che avrebbe continuato ancora per due anni, ma la sua ormai era solo presenza. A dirigere il Tour arriva Xavier Louy con l’aiuto di Francois Naquet Radiguet. I due perfezionano qualcosa a cui Goddet e Lévitan hanno lavorato da anni. Far partire il Tour da Berlino [Ovest], in piena ‘guerra fredda’. E così fu. Il percorso che Tour che Louy e Naquet Radiguet è molto duro e suggestivo. Con colpi di scena davvero interessanti. Il prologo alla Porta di Brandeburgo, poi due semitappe (una in linea e una cronosquadre). 

Prima del ritorno in Francia, previsto alla quinta frazione, a Strasburgo, si farà tappa a Stoccarda e Pforzenheim. Prima delle prime montagne (i Pirenei) c’è la lunga crono del Futoroscope (87 km!). I Pirenei si affrontano nelle tappe di Pau e nel classico arrivo in salita di Luz Ardiden. Due giorni dopo ecco un altro arrivo in salita inedito alla Casse Noir sopra Millau ed i 37 km da Carpentras al Mont Ventoux. Quattro tappe di montagna consecutive sulle Alpi, con arrivo sullo strappo di Villar-de-Lans Cote 2000, all’Alpe d’Huez, a La Plagne ed a Morzine. I in tutto 8 tappe di alta montagna con ben 6 arrivi in salita duri o meno. Prima dei Campi Elisi la crono finale di Digione. Al via oltre ad Hinault mancherà anche Lemond per il noto incidente di caccia, mentre al via ci sono tre squadre italiane. La Carrera e per la prima volta la Del Tongo Colnago (con Beppe Saronni all’esordio in Francia) e la Supermercati Brianzoli Chateau d’Ax del giovane Rominger. 

Chi sono i favoriti. Senza Hinault e Lemond la corsa pare aperta e pare se la giochino Pedro Delgado, cresciutissimo negli ultimi anni, Jean Francois Bernard, erede designato dai Francesi, Roche, vincitore del Giro e già sul podio al Tour. Ci si aspetta molto da Zimmermann, Mottet, Lejarreta e Breukink. Tra gli outsders Fignon, Simon, Fuerte, Arroyo, Caritoux ed Herrera. Poche speranze per Kelly, seppur abbia sfiorato la Vuelta e per Criquielion. Si parte col prologo. Lo vince a sorpresa l’Olandese Nijdam che precede Piasecky, Roche e Bontempi. Solo decimo Marie a pari con Indurain e con un secondo in più di Bernard. La prima tappa in linea attorno a Berlino la vince Nico Verhoeven della Superconflex che anticipa l’azzurro Bottoia. La maglia gialla, sulla quale compare per la prima volta lo sponsor Credit Lyonnais al posto di Banania (una sorta di Nesquik francese), va a Lech Piasecky, primo polacco in giallo. La cronosquadre del pomeriggio la vince la Carrera, che dopo quella del Giro fa doppietta precedendo di soli 8’’ la Del Tongo. Le due Italiane prima e seconda. Non male. 

A Stoccarda la vittoria bacia Acacio Da Silva, portoghese della Kas Miko. Batte di qualche secondo lo svizzero Maechler, vincitore della Milano Sanremo, che è anche la nuova maglia gialla. La Carrera che punta al Tour con Roche invece si trova in testa con Maechler. Ultima tappa tedesca a Pforzenheim e successo Del belga Frison che precede la volata di Van Poppel Al Tour di quell’anno vennero assegnate sei maglia. Quelle classiche (gialla, verde ed a pois) e quelle create due anni prima ovvero la ‘paciugosa’ gran combinata e quella rossa dei traguardi ‘Catch’. Van Poppel vincerà quella verde. Francia finalmente. Ma anche tanta pianura. A Strasburgo vince Sergeant su Voijtinek staccato di 13’’ . Qualche salita verso Epinal. Vince Lavainne da solo. In classifica Maechler guida proprio su Lavainne (a 36’’) e su Muller. Perini è quarto. I favoriti sono tutti a oltre 3 minuti, solo Mottet può vantare un minuto e mezzo di ritardo. Volatone a Troyes con la sorpresa Dominguez (BH) che vince per la squalifica di Guido Bontempi. Ad Epernay Van Poppel vince con la sua solita irresistibile progressione con un bel sesto posto di Allocchio. Gli italiani non sono poi così male ma risultati buoni non ce ne saranno. L’anno dopo sarà diverso. A Renazè vince il campione d’Olanda Van Der Poele (un uomo da classiche molto forte anche nel ciclocross). Batte 5 fuggitivi tra cui Amadio (Brianzoli) secondo. Ed ecco la crono. 87 km da Saumur al Futuroscope. Vince Roche su Mottet (nuova maglia gialla). Ottimo quarto Madiot, così così Bernard e Delgado (molto coperti), male gli altri. A Chaumeil inizia la corsa verso il durissimo finale. Vince Martial Gayant che si prende anche la maglia gialla in virtù della fuga che va all’arrivo. A Bordeaux invece la vittoria va a Phinney. Eccoci sui monti. Verso Pau si scalano Burdincurucheta, Bagargui, Soudet e Marie Blanque. Vince Breukink, fino ad allora poco in vista, che precede Bernard. Mottet si riveste di giallo. Tappone il giorno successivo; 166 km verso Luz Ardiden con Marie Blanque, Aubisque, Borderes e Luz Ardiden. Vince Lauritzen (7 Eleven) davanti ad Herrera nuova maglia a pois. Mottet tiene la maglia dopo i Pirenei e comincia a crederci. Delgado è li mentre Roche e Bernard hanno già fatto capire di esserci. Rolf Golz vince a Blagnac la classica tappa di allontanamento dai Pirenei mentre l’inedito arrivo in salita alla Casse Noir è vinto dalla fuga bidone di Regis Clere della Teka. 

I favoriti ( si è inserito di prepotenza anche il vincitore del Tour de Suisse Hampsten) arrivano tutti insieme. Nonostante ci sia da scalare il Col de Perjuret ad Avignone il gruppo compatto è strabattuto da Van Poppel. Temuta, da tutti, torna la salita del Mont Ventoux, che Louy fa affrontare a cronometro. Quel giorno il Tour pare sia finito. Jean Francois Bernard vola. Vince la cronometro con 1’39 su Herrera ma i favoriti sono annichiliti. Delgado 1.51, Roche 2.19, Mottet oltre 3 minuti. Bernard è maglia gialla con Delgado a due minuti e Roche a 2’19. Gli altri naufragano ed è chiaro che il Tour è un discorso a tre. Solo Mottet potrebbe rientrarvi. Intanto Saronni si ritira. Il giorno dopo avviene l’irreparabile. Verso Villar de Lans, tappa rognosa. Bernard non regge alla emozione ed alla faticata del giorno prima ed è in difficoltà. Ci si mette anche una foratura che lo penalizza. Vince Delgado su Roche che veste la sua prima maglia gialla. Il francese Mottet torna in classifica ora è secondo con 41’’ terzo è Delgado a 1’19’’, Bernard cade al quarto posto. L’Alpe d’Huez (con Cucheron, Cuq e Laffrey) rimescola ancora tutto. Il Tour è avvincente. E’ iniziata l’ultima settimana e sono in quattro a giocarselo. Il tappone va ad Echave, Delgado veste la maglia gialla. Si rivede Fignon, fino ad ora così così. Roche e Bernard perdono due minuti su Delgado. Bernard ha due minuti come Mottet. Roche è secondo a 25’’. La lotta è ristretta a due. Verso La Plagne con la salita del Galibier e della Madeleine vanno via Fignon e Fuerte. Vanno all’arrivo e vince il francese che da due anni non otteneva successi alla Grand Boucle. 

Roche dapprima attacca da lontano ma Delgado sull’ultima salita lo raggiunge e lo stacca. Sembra che Delgado sia lì lì per vincere il Tour ma l’irlandese tira fuori tutto quel che ha, in pochi km recupera quasi un minuto e arriva a soli 3" dalla maglia gialla. Dopo l’arrivo sviene per la fatica. Mamma mia che Tour. Roche viene anche penalizzato di 10 secondi per rifornimento irregolare e paga a Delgado 39’’. Morzine è favorevole allo spagnolo mentre la crono sorride al vincitore del Giro. La tappa con Roseland, Saisies, Aravis, Colombière e Joux Plane la vince Choza. Roche stacca Delgado (in netto calo) di 18" e con solo 21’’ parrebbe poter ribaltare la situazione. Delgado però ha disputato spesso buone crono. Ecco la giornata della verità. Da St-Julienne a Digione. La tappa va a Jean-Francois Bernard, Roche è a 1’44. Delgado è settimo, preceduto da Lejarreta (un Tour sempre davanti per Marino), Skibby, Alcalà e Indurain. Roche prende la maglia gialla con 40" di vantaggio. Bernard è terzo a 2’13’’ e si mangia le mani per la giornata di crisi a Villar-de-Lans senza la quale forse avrebbe potuto vincere il Tour. La passerella parigina la conquista Jeff Pierce, americano. Roche forse non è stato il più forte, ma di certo il più coriaceo. Delgado ha dimostrato di valere un Tour mentre Bernard è innalzato a speranza francese del futuro (ma il suo ginocchio lo limiterà). Un Tour indimenticabile per tante cose. Un Tour che pare aver presentato un nuovo cannibale. Il mondiale poi rafforzerà la tesi, ma come per Bernard “rien a faire’. 

Primo italiano: Loro (Del Tongo) a 44 minuti. 

1. Stephen Roche 115 h 27' 42" 
2. Pedro Delgado a 40" 
3. Jean-François Bernard a 2' 13" 
4. Charly Mottet a 6' 40" 
5. Luis Herrera a 9' 32" 
6. Fabio Parra a 16' 53" 
7. Laurent Fignon a 18' 24" 
8. Anselmo Fuerte a 18' 33" 
9. Raúl Alcalá a 21' 49" 
10. Marino Lejarreta a 26' 13" 

Maglia gialla generale Credit Lyonnais: Stephen Roche 
Maglia verde a punti BP: Jean Paul Van Poppel 
Maglia a Pois Gpm Cafè de Colombia: Luis Herrera 
Maglia multicolor combinata Expo 92: Jeff Bernard 
Maglia bianca giovani Super Croix: Raul Alcalà 
Maglia rossa sprint Catch: Gilbert Duclos Lassale 

CRONO:
168 km individuali e 40 km a squadre.

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