HOOPS MEMORIES - Francis, questi me li Bevo


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di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©

Le possibilità sono due: o non avete mai sentito di un tale di nome “Bevo” Francis, o non avete mai sentito parlare di un ateneo dell’Ohio chiamato Rio Grande College. Ma nel college basketball dei primi anni ’50, Francis e il suo istituto erano sinonimi di record realizzativi.

Quando nel 1952 Clarence Francis si iscrisse alla Rio Grande di Jackson, nell’Ohio, l’ateneo contava appena 94 studenti a tempo pieno. Francis, già ammogliato e con un figlio a carico, fu ammesso ai corsi pur non essendosi mai diplomato. L’allenatore della squadra di basket dell’università, tale Newt Oliver, dopo aver visto come quel lungagnone di quasi 2.06 sapeva tirare un pallone da pallacanestro, non si sa come (ma si sa perché) riuscì a farlo immatricolare. Il più era fatto.

Il lavoro di coach Oliver fu ricompensato. Francis, da freshman, guidò la squadra a 39 vittorie in fila. In una gara contro Ashland Junior College Bevo segnò 116 punti, e a fine stagione la sua media parlava di 50 punti a partita. Un record. Che la NCAA non omologò perché ottenuto contro squadre di junior college, di seminari, o di militari di leva. Neanche a farlo apposta, Rio Grande nel torneo NAIA fu subito eliminata. 

L’anno seguente, il calendario di Rio Grande fu più duro e a metà gennaio Francis stabilì un record che, seppure relativo a college “minori”, venne finalmente omologato: una performance da 84 punti contro Alliance College. Un primato che ebbe vita breve, perché un paio di settimane dopo, il 2 febbraio 1954, fu lo stesso Bevo a migliorarlo.

In un incontro casalingo contro Hillsdale College of Michigan, Francis segnò 43 punti nel primo tempo. Pur marcato da tre uomini, terminò il terzo quarto a 74. Nel quarto periodo dilagò con altri 39, per un totale di 113 punti nella stessa partita, un record in tutta probabilità destinato a durare in eterno. 

Quella sera Francis infilò quasi il 75% dei suoi tiri, la maggior parte dei quali dal post basso. Anche i tifosi della Grande Mela erano affascinati dalle straordinarie cifre realizzative di Bevo e non chiedevano altro che un’occasione per ammirarlo. Subito dopo la famosa gara dei 113 punti, Rio Grande affrontò Adelphi al Madison Square Garden. Francis realizzò 32 punti nel primo tempo, ma fu completamente tagliato fuori nel secondo perché Adelphi impiegò quattro uomini in copertura su di lui. I suoi compagni, pur liberissimi, furono imprecisi nelle conclusioni e Rio Grande perse 83-76.

Rio Grande perse poi di misura contro Villanova (per Francis 39 punti) prima di riuscire finalmente a battere, grazie soprattutto ai 41 punti di Bevo, un avversario di rango come Providence College.

Francis finì la stagione alla stratosferica media di 46.5 punti a partita e fece parte del secondo quintetto di All-American, poi, improvvisamente, fu espulso dall’università per aver saltato delle lezioni e aver tentato di truccare degli esami. Coach Newt Oliver dichiarò pubblicamente che se andava via Bevo, andava via anche lui. Fu di parola. Insieme, Oliver e Francis firmarono per una squadra professionistica minore, i Boston Whirlwinds. Ma Francis fu una grandissima delusione tra i pro e non arrivò mai nella NBA.

Rio Grande College ripiombò nell’oscurità più assoluta assieme a Bevo Francis, ma i loro nomi sono indelebilmente scritti a caratteri cubitali nel record book del college basketball. Adesso sì che ne avete sentito parlare.

L’NCAA records committee non omologò né i 116 punti né la media di 50.1 PPG di Francis perché molti dei 39 college incontrati da Rio Grande of Ohio non prevedevano i canonici quattro anni di corso.

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