HOOPS MEMORIES - Russell vs Chamberlain, il mio miglior nemico



di CHRISTIAN GIORDANO © - Rainbow Sports Books ©

Negli anni Sessanta, in America, non c’è stato matchup migliore, a livello di sport professionistici, di quello tra Bill Russell dei Celtics e Wilt Chamberlain, che in NBA giocò prima nei Warriors, poi nei 76ers e infine nei Lakers. Mentre il secondo puntualmente dominava la classifica cannonieri, stabilendo strada facendo record su record, il primo in un modo o nell’altro trovava sempre un sistema per vincere l'anello.

I loro duelli erano un classico, specie durante i playoff. Per otto volte le loro squadre si sono incontrate in recite post-stagionali, e per sette volte sono stati i Celtics di Russell ad arrivare in cima. I media spesso appiccicavano addosso a Chamberlain l’ingenerosa etichetta di “perdente”, e gli appassionati di basket credevano che i due grandi centri si stessero, nel migliore dei casi, cordialmente antipatici.

In realtà i due furono buoni amici per quasi tutta la carriera. Uscivano assieme spesso in ccasione degli scontri diretti. E per parecchi anni in fila avevano condiviso la cena del Giorno del Ringraziamento a casa di Wilt a Philadelphia, prima dell’annuale match del Turkey Day.

Anche se gli dava alquanto fastidio il modo in cui veniva dipinto dalla stampa, Chamberlain non lasciò mai che la cosa danneggiasse la loro amicizia. Nel 1967 il grande giorno di Wilt era finalmente arrivato, con i 76ers a porre fine alla striscia biancoverde di otto campionati vinti consecutivamente. Boston fu eliminata per 4 a 1, con “The Stilt” assoluto dominatore di Gara-5 (vinta 140-116): 29 punti, 36 rimbalzi e 13 assist. Una tripla doppia incredibile.

La prima vera frizione tra i due giganti accadde dopo il ritiro di Russell ma risaliva alla sua ultima partita. Nel 1968-69 Russell era allenatore-giocatore di Boston e quella sarebbe stata la sua ultima stagione da giocatore. Nella settima partita delle Finali NBA, i Celtics affrontavano a Los Angeles i Lakers di Chamberlain. A cinque minuti dalla fine e con i Celtics in vantaggio di 13 punti, Wilt si tirò fuori della gara per via di una caviglia malconcia. Nel frattempo la gara si era fatta tirata e Wilt voleva rientrare, ma il coach dei Lakers, Bill van Breda Kolff, non se ne diede per inteso. I Celtics tennero duro e vinsero di due, ma erano in parecchi a pensare che a vincere sarebbero stati i Lakers se in quel concitato finale Wilt fosse stato della partita.

Russell ce l’aveva con Wilt perché questi era uscito durante l’ultima gara di Bill, anche se Wilt non sapeva che l’amico/nemico si sarebbe ritirato. Dopo l’addio alle gare, il bostoniano dichiarò pubblicamente che se Chamberlain si fosse fatto vedere in quella famosa settima partita, lo avrebbe mandato dritto all’ospedale, aggiungendo che non si poteva uscire a quel modo e poi pretendere di vincere i campionati. Ahi.

In men che non si dica, alle redazioni dei giornali piovvero servizi radiotelegrafati per stilare articoli su articoli in cui si diceva che Russell aveva definito Chamberlain un perdente. I reporter chiamarono Wilt, che a sua volta rispose con sprezzanti osservazioni su Russell. La loro amicizia aveva subito una brutta botta, ma per la gran parte degli appassionati non c’era nulla di nuovo sotto il sole. Quei due avevano bisogno l’uno dell’altro come dell’aria per respirare.

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