HOOPS MEMORIES - Dolph Schayes, l'Hall-of-Famer perso per mille dollari



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di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©

Nel 1948, c’erano due leghe professionistiche in competizione sulla ribalta del basket pro: la National Basketball League e la Basketball Association of America. Prima che le due leghe si fondessero per dar vita, l’anno seguente, alla NBA, le squadre della BAA controllavano le spese adottando per i salari dei giocatori al primo anno un tetto di 6000 dollari.

Tale limite fu messo a dura prova nella primavera del 1948 quando i New York Knicks della BAA cercavano di ingaggiare il 2.02 Dolph Schayes, un prodotto locale che dopo aver fatto faville alla NYU era già popolare fra i frequentatori del Madison Square Garden.

Rappresentato dal padre, Schayes voleva e valeva più di sei mila dollari e, infatti, gliene furono offerti 7000 dai Syracuse Nationals della NBL. Schayes figlio avrebbe preferito rimanere a New York, ma il proprietario dei Knicks Ned Irish si rifiutò di infrangere il salary cap e così Dolph fece i bagagli per Syracuse.

Quella decisione avrebbe perseguitato i Knicks per sedici anni. Quando le due leghe si fusero, l’anno successivo, Schayes e compagni divennero rivali di conference dei Knicks, ad Est, e la cosa aveva un suo peso specifico importante visto che Schayes diventò subito uno dei più grandi giocatori della storia.

Era sempre stato considerato speciale sin dai tempi della varsity a NYU, formazione in cui entrò da freshman a sedici anni. Aveva soltanto vent’anni quando debuttò nei pro, e vi rimase fino a trentasei con la franchigia di Syracuse, che nel suo ultimo anno da giocatore cambiò città e nome diventando Philadelphia 76ers.

Fisicamente ben messo, Dolph era un rimbalzista feroce: nella particolare categoria guidò la Lega nel 1951 e finì la carriera al quarto posto nella classifica all-time. Aveva una grande entrata a canestro e un mortifero tiro piazzato a due mani, arma che gli consentì di ritirarsi come miglior cannoniere all-time della NBA, titolo per il quale avrebbe poi abdicato. E fra i lunghi della sua epoca era considerato il miglior passatore.

Ma più di ogni altra cosa, Schayes era noto per la grinta e la longevità. Si ruppe un polso due volte nella sua carriera ma saltò in tutto appena nove gare. Entrambe le volte aveva giocato con una doccia gessata, riuscendo ad adeguare il proprio modo di tirare per tenerne conto. Per più di nove anni non saltò neanche un incontro, e la sua striscia di 706 partite consecutive è la terza nella storia della NBA.

Inguaribile perfezionista e grande lavoratore, Schayes era un tiratore di liberi superbo, capace di guidare la Lega per tre volte nella particolare graduatoria. Ed era un mostro nell’attirare i falli dei difensori. Dettaglio non trascurabile: nelle sue quindici stagioni intere a Syracuse, i Nationals non hanno mai saltato i playoff.

Schayes guidò i Nats al titolo NBA nel 1955, una delle sei stagioni in cui fu nominato nel Primo quintetto All-NBA. Per sei volte nel Secondo quintetto, dopo essersi ritirato dall’attività allenò i 76ers per tre anni, meritandosi nel 1966 la palma di Coach of the Year.

Secondo molti osservatori NBA se i Knicks fossero riusciti a firmare Schayes, avrebbero dominato la Lega per anni. Quella decisione da 1000 dollari alterò per sempre il corso della storia NBA. E a testimoniarlo, più di tanti discorsi, vale una battuta che da anni circola negli ambienti NBA a proposito del figlio Danny, anche lui nei pro: “È forte quasi come suo padre adesso”. L’avete capita?


Adolph (Dolph) Schayes
Data e luogo di nascita: 19 maggio 1928, New York
Statura e peso: 2.02 per 98 kg
Ruolo: ala/centro
High school: DeWitt Clinton (Bronx, N.Y.)
College: New York University; 10.2 PPG
Carriera: NBL: 1948-49; NBA: 1949-64
Squadre: Syracuse Nationals-Philadelphia 76ers
Medie in carriera: 18.2 PPG (regular season); 19.2 PPG (playoff)
Riconoscimenti: 1 titolo NBA (1955); 1 titolo NBA (1951); eletto nella Hall of Fame (1972); 12 volte All-Star; Coach of the Year (1966); NBL Rookie of the Year (1949)

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