HOOPS MEMORIES - Si Selvy chi può


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di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©

Nato come Franklin Delano Selvy lo stesso giorno del 1932 in cui FDR fu per la prima volta eletto presidente, Frank mise sulla mappa cestistica il Baptist Furman College per un motivo molto semplice: era stato l’unico college a cercarlo.
Centro di 1.82 della piccola cittadina mineraria (carbone) di Corbin, nel Kentucky, Selvy non era molto quotato ai tempi della high school. Coach Adolph Rupp lo riteneva troppo basso per giocare a Kentucky e non glielo aveva mandato a dire. Ma quel frugolino venne notato, in un All-Star Game, dall’allenatore di Furman, Lyles Alley, che si convinse a per un provino.

Selvy si sciroppò il viaggetto fino giù a Greenville, nel South Carolina, e là lasciò ad occhi aperti gli allenatori di Furman affondando prima quattro ganci mancini, poi altri quattro con la mano destra. A Frank fu assegnata la prima borsa di studio cestistica integrale nella storia dell’istituto e la sola che ricevette, una mossa che fece di coach Alley una sorta di genio del reclutamento. Per usare le sue stesse parole: “[Selvy] riusciva a far sembrare facili anche le cose più difficili, come fa un campione”.

Un campione che stava per laurearsi capocannoniere del college basketball. Selvy guidò la classifica cannonieri nel 1956, il suo anno da junior, avendo di media 29.5 punti a partita. Ripeté l’impresa nel 1954, stabilendo anche, a 41.7 di media, il nuovo primato NCAA. Pur essendo solo 1.88, Selvy aveva una grande elasticità di gambe che andando a saltare per la palla a due gli permetteva di spuntarla anche contro avversari più alti. Era un tiratore mortifero con entrambe le mani che sapeva anche penetrare, segnare in gancio e anche in sospensione, magari dopo aver eseguito a mezz’aria una rotazione di 180°. Alley, che lo vedeva tutti i giorni in allenamento, lo sapeva bene: “Aveva la più straordinaria coordinazione che abbia mai visto in un essere umano”.

Selvy giocava ala, guardia o centro, ovunque servisse, e nel suo anno da senior prese anche 14 rimbalzi a partita. Ma fu come pivot che Frank disputò la sua più memorabile partita, il 13 febbraio 1954. Da Corbin partirono quasi cinquecento tifosi che non esitarono a farsi quattro ore di macchina pur di assistere al suo esordio. Non rimasero delusi.

I concittadini di Selvy furono infatti testimoni della più grande prestazione individuale nella storia del college basketball maggiore, con il “Fabulous” Frank che infilò 100 punti, spazzando via il vecchio primato di 73 fissato da Bill Mlkvy di Temple. E come se non bastasse, quella sera Selvy stabilì anche il record all-time NCAA di punti in carriera. Ciliegina sulla doppia torta, vincendo per 149-95 Furman raggiunse anche il nuovo limite per punti segnati in una partita.

In certi momenti la marcatura su Selvy veniva addirittura triplicata, ma lui continuava a segnare. In seguito lo stesso Frank dichiarò di essersi reso conto di essere in corsa per il record in pratica dopo averlo battuto. Frank segnò 40 punti già nel primo tempo, e Coach Alley disse alla propria squadra di continuare a servirlo nel secondo. Quando il record di 73 punti di Mlkvy fu superato, lo speaker iniziò il conto alla rovescia dei punti che mancavano per arrivare a 100. Selvy era l’unico titolare rimasto in campo e non la smetteva più di segnare.

Finì con 41 canestri su 72 tentativi, per un più che decente 57% dal campo e 18 su 21 dalla lunetta. Ironia della sorte, con quell’indimenticabile serata Selvy, umile giocatore di squadra che spesso si tratteneva dall’usare i suoi movimenti migliori proprio per paura di passare per un esibizionista, entrava di diritto negli annali del college basketball. Il difficile, per lui, veniva adesso.

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