HOOPS MEMORIES - Issel a Kentucky, casa dolce casa


https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ

di CHRISTIAN GIORDANO ©
Rainbow Sports Books ©

Dan Issel ha giocato a livello pro per sedici anni, undici dei quali a Denver. Ma se fosse dipeso da lui, la sua carriera l’avrebbe trascorsa tutta nel Kentucky.

Nato a Batavia, nell’Illinois, nel 1970 Issel era un All-American di 2.04 della University of Kentucky con in tasca la certezza di essere una prima scelta al draft dei pro. Il punto era: di quale draft? Il primo in ordine cronologico era quello della ABA e lì Issel fu chiamato da Dallas. Ma l’ex Wildcat dichiarò che il solo modo di farlo giocare nella ABA era che ci fosse una franchigia a Louisville, appunto nel Kentucky. Neanche il tempo di cantare My Old Kentucky Home e Louisville non solo aveva una squadra, i Kentucky Colonels, ma anche i diritti su Issel.

Dan era così entusiasta di rimanere nel Kentucky da firmare un contratto di cinque anni per meno di 500 mila dollari prima ancora che la NBA avesse tenuto il suo di draft. La precipitosa, se non affrettata, decisione gli costò naturalmente un bel gruzzolo visto che avrebbe potuto tranquillamente giocare al rialzo. Ma tant’è.

Issel sfondò subito, nella ABA. Ebbe quasi 30 punti a partita, vinse il titolo di capocannoniere e condivise con l’ex University of Virginia Charlie Scott gli onori di Rookie of the Year. Dopo quella prima stagione, secondo lo stesso Issel, i Phoenix Suns gli offrirono il triplo dello stipendio perché facesse il salto nella NBA. Ma ancora una volta a prevalere fu il suo amore per il Kentucky e così decise di ignorare le allettanti sirene dei big bucks, i dollaroni a tanti zeri. Alla fine, comunque, neanche il grande amore per la propria terra riuscì a trattenerlo nel Bluegrass State . 

Nel 1975 Issel e i Kentucky Colonels vinsero il loro primo e ultimo titolo ABA. Nonostante la vittoria in campionato, la franchigia era in pratica al collasso finanziario.

Il 19 settembre, il proprietario dei Colonels John Y. Brown decise di vendere Issel alla neonata franchigia di Baltimore per una cifra che, si disse, si aggirava sui 350 mila dollari più Tom Owen.

Pur potendo sfruttare la clausola anti-cessione per bloccare l’affare, Dan si trovava fra l’incudine e il martello perché un suo eventuale rifiuto sarebbe stato come decretare la fine della franchigia del Kentucky. Alla fine Issel, pur riluttante, diede il suo assenso allo scambio.

La sua nuova squadra, i Baltimore Claws, altro non era che la vecchia franchigia dei Memphis Tams che aveva chiuso per fallimento e che poi era stata ceduta a una nuova cordata di proprietari. Issel trascorse in tutto dieci giorni a Baltimore prima che la sua carriera ai Claws finisse ancor prima di incominciare. I proprietari di Baltimore si trovavano in pesanti difficoltà economiche, e non avevano spedito nel Kentucky i soldi che dovevano a John Y. Brown per Issel.

Brown così si accordò con Issel per cederlo di nuovo, stavolta da Baltimore a Denver, in cambio di Dave Robisch e di una gran quantità di contante. Il flusso di denaro non passò neanche da Baltimore dato che i Claws, ai Colonels, Issel non lo avevano mai pagato. Denver spedì il cash direttamente nel Kentucky e finalmente Dan Issel fu dei Nuggets. 

Dan era stato a Baltimore abbastanza a lungo da ricevere lo stesso un indennizzo, ma come si poteva immaginare l’assegno era scoperto. I Claws avevano giocato solo tre amichevoli di precampionato ed erano falliti senza aver mai giocato neanche una partita ufficiale ABA. 

Issel invece nella ABA ci giocò per un anno, a Denver, poi ne passò oltre dieci nella NBA, sempre a Denver, ma con i Nuggets. Con Issel, nel 1985, si ritirava il quarto marcatore all-time del basket pro. Dan ha segnato più di 27 mila punti nella sua carriera, ma chissà cosa avrebbe dato pur di non lasciare il suo amato Kentucky.


Daniel (Dan) Paul Issel
Data e luogo di nascita: 25 ottobre luglio 1948, Batavia (Illinois)
Statura e peso: 2.04 per 106 kg
Ruolo: ala/centro
High School: Batavia (Illinois)
College: Kentucky (1966-70), All-American (1970); 25.8 PPG, 13 RPG, 1.2 APG
Carriera: ABA, 1970-76; NBA, 76-85
Squadre principali: ABA: Kentucky Colonels (1970-75), ABA: Denver (1975-76); NBA: Denver Nuggets (1976-85)
Medie NBA in carriera: 20.4 PPG, 7.9 RPG, 2.5 APG (regular season); 19.4 PPG, 7.4 RPG, 2.7 APG (playoff)
Riconoscimenti: 1 titolo ABA (1975); ABA co-Rookie of the Year (1971); ABA All-Star Game MVP (1972); eletto nella Hall of Fame (1993)

(*) È uno dei soprannomi dello Stato del Kentucky ma anche un gioco di parole: blue si riferisce alla tipica tonalità del colore, più simile a un azzurrognolo che a un verde, che ha l’erba (grass) da quelle parti, e in inglese “blue” significa anche malinconia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio